“L’amore vince sempre sull’odio e sull’invidia” .
Un mantra pacifista? – Un bigliettino dei baci Perugina? – Un augurio pasquale ?
Uno stralcio del “Libro Cuore” di Edmondo De Amicis, che le nostre mamme ci leggevano da piccoli in assenza della nuova mamma, la TV?
No! Come ci ricorda Gianni Del Dufalo “E’ il rassicurante messaggio che avvolge Roma in questi giorni, ricoprendo i faccioni dei candidati, invecchiati come sempre in una notte. E porta una firma: Cuore azzurro” . “Cuore” appunto, per tornare al famoso libro di novelle.
“Mi disturba e mi inquieta l’uso spudorato e strumentale dei sentimenti. Questo modo volgare di evocarli, appropriarsene e utilizzarli -a seconda dei casi- come clava verso i ‘nemici’ politici… una sorta di profanazione del linguaggio” . Da questo trapela una visione della società schematica e troglodita, dove l’amore è tutto da una parte e l’odio e l’invidia completamente dall’altra. È un mondo tagliato con l’accetta, miniaturizzato, semplificato e ridato in pasto al proprio elettorato utilizzando modalità di comunicazione per concetti-chiave elementari; operazione che manifesta il disprezzo culturale che si ha del proprio elettorato.
Per la contesa politica, per festeggiare vittorie elettorali e conseguenti analisi dei voti, per delineare programmi, strategie e azioni politiche (se esistono) per il nostro prossimo triennio -finalmente senza elezioni- non bastano parole vacue, che rimandano a generiche categorie del sentimento, come odio, amore, invidia. Ci vorrà ben altro. Ma guardiamo avanti. Domenica è Pasqua. Per un cristiano è la risurrezione, la rinascita, la speranza.
Dunque, Buona Pasqua!

Vorrei fare gli auguri a tutti voi, per una Pasqua di serenità e di amore (anche se non mi azzardo a dire che l’amore vince sempre sull’odio…) e che sia una Pasqua di speranza, che –malgrado tutto– ci dia ragioni per continuare a credere che le cose possono migliorare e che comunque vale la pena di provarci.
Buona Pasqua a tutti, di qualunque colore sia il cuore… se poi c’è anche un po’ di cervello, non sarebbe male.

SEGNALIAMO
Sul nostro sito www.amiciperlacitta.it

La sferza. (3) Investire nel capitale umano di Felice Celato.
“In una “popolare” trasmissione televisiva, Leonardo ha prevalso a fatica sulla cantante Laura Pausini (forse molti avranno pensato di votare per l’allenatore del Milan anziché per l’uomo di Vinci).
Dopo Fellini, quale altro grande autore cinematografico di livello culturale internazionale abbiamo avuto? E dopo Pirandello, quale altro grande autore teatrale di fama mondiale?
Questo è lo stato della nostra cultura, d’eccellenza e diffusa. Con questa dobbiamo fare i conti, da questa dobbiamo ripartire.

Risposte, precisazioni, dubbi. di Fabrizio Torella, in risposta alla News del 22 marzo di Amedeo Piva e con commento “laico” ai richiami della CEI.
Da una parte c’è un uso scientifico e invasivo della comunicazione e dei media, dall’altro l’ improvvisazione e al massimo emulazione e penoso scopiazzamento taroccato dei modelli di comunicazione imposti dalla destra. Proprio considerando l’entità delle forze in campo è necessaria l’unità: unità e organicità di un programma, unità e camminino condiviso con gli alleati della stessa “parte”, unità nella comunicazione.

Pensierini edificanti e ipnosi di massa. di Gianni del Bufalo
Non è nuovo il trucco di dividere il mondo in due, tutto il bene da una parte e tutto il male dall’altra, appropriarsi della parte migliore e poi dire che occorre fare “una scelta di campo” … quello che è nuovo è che “abbocchino” all’amo una quantità impressionante di tonni lobotomizzati… come se un’ipnosi collettiva impedisca alle sinapsi di attivarsi… ma c’è un modo per uscire dall’ipnosi senza il consenso dell’ipnotizzatore? Se a qualcuno viene un’idea la dica a Bersani.

La campagna istituzionale. Riflessioni post elezioni di Giorgio Benigni
Non è solo questione di classe dirigente. È questione di quale repubblica vogliamo. Siamo passati da una repubblica dei partiti a una repubblica delle biografie. Ma quando le biografie finiscono per motivi anagrafici? Forse c’è bisogno di una repubblica delle istituzioni che sappiano restare al di là delle biografie. Una repubblica delle istituzioni forti è il migliore antidoto a una repubblica dell’uomo forte.

PS. Sui risultati delle elezioni regionali realizzeremo prossimamente una nostra riflessione.
Grazie anche al sostegno di molti di voi, Fabrizio Panecaldo, il candidato che vi avevamo indicato, ha avuto un notevole successo a Roma. Purtroppo la mancanza di un significativo voto dalla provincia non ci consente di festeggiare la sua vittoria. Sempre del gruppo che fa riferimento a Enrico Letta è entrato in consiglio Marco di Stefano. Il totale dei voti raggiunti dai due candidati è 24 mila. Sarebbe una grande base per un serio intervento sul territorio. Ce la faremo?