Quando ascolto gli economisti spiegare come funzionano i mercati, la finanza, il debito, la sostenibilità della produzione e le delicate relazioni che legano tutto questo, ho l’impressione di trovarmi di fronte ad una complessa macchina nella sua oggettività, ad una logica stringente e inevitabile. Si può intervenire sulle variabili in entrata: quelle in uscita sono solo la logica conseguenza.
Quando ascolto i politici parlare di bene comune, di giustizia sociale, di diritti, di lavoro, di obiettivi, di valori e della intuitiva relazione che lega tutto questo, ho l’impressione di trovarmi di fronte ad una rappresentazione della realtà attraente e condivisibile, ma -appunto- ad una rappresentazione, non alla realtà. Una rappresentazione che finisce per sconfinare nel sogno se non “atterra” facendo i conti con la durezza dei numeri e con i limiti delle risorse.
Perché è così difficile far incontrare i due scenari?
C’è un luogo in cui le due lingue possono capirsi e concretamente farsi carico della realtà?
E’ possibile che le potenzialità dell’economia e quelle della politica si uniscano invece di sognare sogni paralleli?
Le risposte non sono facili e anche papa Benedetto e papa Francesco non hanno glissato sulla questione:
- «L’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento, non di un’etica qualsiasi, bensì di un’etica amica della persona» (BENEDETTO XVI, Caritas in Veritate, 45)
- «Il denaro deve servire e non governare! Vi esorto alla solidarietà disinteressata e ad un ritorno dell’economia e della finanza in favore dell’essere umano» (FRANCESCO, Evangelii Gaudium, 57)
Può essere una buona idea non perdere le occasioni di approfondimento che ci si offrono.
Questa settimana, venerdì 28 novembre, l’Università Gregoriana ha organizzato il convegno “Economia e giustizia” al quale interverranno P.Giacomo Salvini, il prof. Leonardo Becchetti e il card. Oscar Maradiaga, sul tema “Giustizia distributiva e sviluppo integrale dell’uomo”. Qui tutte le informazioni (LINK).
Io ci sarò.