Le parole, di solito, servono per comunicare.
Certe volte -al contrario- le parole vengono usate per evitare di comunicare quello che si pensa, si vuole, si fa.
Fabrice Leggeri, direttore esecutivo dell’agenzia europea Frontex la cui mission è il controllo delle frontiere, ha spiegato questa settimana che “nel 2015 dobbiamo essere preparati ad affrontare una situazione più difficile dello scorso anno perché ci sono tra i 500mila ed un milione di migranti pronti a partire dalla Libia”. “Le autorità italiane hanno fatto passi per rafforzare la sicurezza e mitigare il rischio, ma è arrivato il tempo di potenziare l’agenzia”. Il ministro Gentiloni ha risposto che “non serve sollevare allarmi e allarmismi, si tratta di impegnarci di più per fronteggiare il fenomeno delle migrazioni”.
La notizia comunicata è che in Libia, in piena guerra civile, ci sono centinaia di migliaia di persone che cercano di fuggire e di raggiungere l’Europa.
La notizia non comunicata è cosa l’Europa intende fare: impedire che questa migrazione avvenga? fare in modo che la “migrazione” avvenga in modo sicuro? programmare la migrazione definendone i limiti e distribuendola su tutti gli stati dell’unione? deviarla verso altre mete?… ah, saperlo…
Che significano parole come “rafforzare la sicurezza e mitigare il rischio”? La sicurezza di chi? Il rischio di chi? Di chi sta fuggendo o di chi si sente invaso?
E “fronteggiare il fenomeno delle migrazioni”? Fronteggiare? …appunto, in che senso? Bloccarlo? Organizzarlo? Meglio non dire, meglio non prendere posizione…
Molto laicamente, prima ancora di essere una questione etica di buonismi e cattivismi, è una questione di chiarezza. Decidiamo cosa vogliamo fare e poi troveremo il modo per farlo. Salvini –per esempio- ha le idee chiare. E noi? E il governo? E la Commissione Europea?
Pensiamo davvero che quel milione di persone prima o poi scompariranno magicamente? Che basti non parlarne perché non esistano più? Che torneranno indietro in Eritrea, in Siria, in Somalia?
Purtroppo per comunicare un’idea prima bisogna averla.