La settimana scorsa, durante un’intervista a una radio argentina, Papa Francesco ha affermato, non senza ironia, «Non ho mai avuto tanti ‘amici’ come adesso. Tutti sono amici del Papa.».
Nessuno perde l’occasione di “posizionarsi” rispetto alle parole del papa.
C’è chi è geloso perché il papa lo copia: l’onorevole Dino Alberti ha affermato che Papa Francesco, nella sua Enciclica Laudato Si’, ha copiato il programma politico del Movimento 5 Stelle ed anche Alessandro Di Battista ha rivelato a Ballarò che: “Il Papa ha ripreso, parzialmente, le mie dichiarazioni”. (Parzialmente, però. È molto modesto).
C’è chi si entusiasma perché il papa rappresenta la “rottura dell’equilibrio tra capitalismo e democrazia” (Maurizio Landini), e chi afferma senza perifrasi “Io e Francesco la pensiamo allo stesso modo. Siamo d’accordo sulla necessità di continuare il dialogo tra la sinistra europea e la chiesa cristiana” (Fidel Castro).
C’è chi applaude per i richiami alla giustizia sociale (Evo Morales) e chi per l’accento sull’attenzione all’ambiente (Al Gore e schiere di ecologisti di diversa gradazione).
C’è chi confessa: “Non sono cattolico, ma quando sento parlare questo Papa sono d’accordo con lui tantissime volte e credo che sia molto coraggioso” (Pablo Iglesias, leader spagnolo di Podemos).
C’è chi si insospettisce di questo innamoramento della sinistra e si domanda: “Non è che questo Papa è comunista?” (Bbc).
C’è anche chi si risente perché pensava di avere l’esclusiva della sintonia con il papa e, invece di rallegrarsi della diffusione del messaggio, non accetta con piacere di doverla condividere con una platea più ampia (non sempre gradita).
Intanto il Papa continua per la sua strada (che questa settimana passa per Cuba, Washington, New York e Philadelphia) e dice quello che ritiene di dover dire.
Non credo sia così ingenuo da non sapere che le sue parole possano essere equivocate, stravolte o strumentalizzate , ma dovendo scegliere tra rischiare o tacere mi sembra non abbia mai dubbi.