?Ragazzi, siamo in emergenza. Tocca menà?, grida Daniele Formica dal palco. Le finestre di casa Previti, all?angolo di Piazza Farnese, sono aperte e illuminate. Sono le nove di sera, ed inizia la ?Festa dell?Informazione?, manifestazione indetta il 25 giugno dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana a pochi giorni dallo sciopero dei giornalisti. Un evento presentato come «un momento di mobilitazione delle coscienze rispetto ad una gravissima situazione che prende le mosse dall’irrisolto conflitto d’interessi del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi».
?Nelle ultime settimane ? spiega la Fnsi – si sono susseguiti tentativi di delegittimare il ruolo della libera informazione con episodi particolarmente gravi. Il ripristino, poi sconfessato ma non ritirato, della pena del carcere per i reati a mezzo stampa, le ispezioni di dirigenti della Rai nella redazione del Tg3, la possibilità che siano perseguiti i media che criticano le istituzioni ed altri analoghi episodi appaiono delineare un progetto di intimidazione pericoloso e che ha già portato in molte redazioni di tutti i settori produttivi ad una ‘stretta’ sull’autonomia dei singoli giornalisti e di chi guida le redazioni. A rischio non è soltanto l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo, ma la complessiva tenuta di un’informazione libera e plurale anche nella carta stampata e nell’on line. Una situazione che investe direttamente le regole fondanti di una democrazia liberale come quella del nostro Paese, fissata nella Carta costituzionale, più volte richiamata anche con un messaggio alle Camere del capo dello Stato?.
A metà serata due ragazzi curdi che stanno facendo lo sciopero della fame perché è stato loro negato lo status di rifugiati politici salgono sul palco e rivolgono un appello alla stampa, in italiano stentato, perché non si dimentichi di loro. Nella piazza, tra i molti nomi conosciuti, si aggira Zaccaria, ex Presidente della Rai. Sul palco parlano i giornalisti che rivolgono un appello al capo dello Stato perché non firmi la legge Gasparri sul riassetto del sistema radiotelevisivo. Ma intanto alle finestre di Previti non c?è più la luce: forse è andato a dormire.