La Margherita mette radici con e tra i giovani. Succede a Roma e dintorni, dove si potrebbe pensare che vada forte solo la ?grande? politica. Il gruppo ?Amici per la Città?, ideato dall?ex Assessore alle Politiche Sociali del Comune nelle giunte Rutelli, Amedeo Piva, ha lanciato, lo scorso weekend, l?idea di un vero e proprio ?Laboratorio politico? che sta coinvolgendo centinaia di giovani e mette a frutto le esperienze di decine di esponenti del mondo associativo, imprenditoriale, della pubblica amministrazione e della politica che si mettono a disposizione ormai da cinque anni, ogni secondo martedì del mese, presso il CeIS di don Mario Picchi.
?Niente filosofia politica, ma formazione alla politica e impegni sul territorio? spiega Piva, che oggi segue le Politiche sociali per le Ferrovie dello Stato:
?Abbiamo discusso, solo nell?ultimo anno, di etica e impresa, politiche sociali e liberismo, controllo della pubblica opinione, sanità e altri temi in un?ottica che si può riassumere in uno slogan utile e intelligente: pensare globale e agire locale. Per valorizzare il senso della partecipazione civica e il legame col territorio?.
Dal mondo della cooperazione internazionale, della scuola e della stessa politica nel senso stretto del termine il laboratorio degli ?Amici per la Città? vuole preparare, fortemente intrecciato al progetto politico della Margherita, una nuova classe dirigente di giovani validi e brillanti che sappiano coniugare l?impegno che mettono nella socialità all?approccio alla politica attraverso incontri e scelte
?alte? ma su temi scottanti e concreti.
In aiuto e supporto hanno docenti e consulenze importanti e di peso (dagli incontri con l?ex Presidente Oscar Luigi Scalfaro alla chiacchierata, nella densa di Castelgandolfo dello scorso fine settimana, con Luigi Zanda ed Enrico Gasbarra), compreso l?apporto di personalità del mondo scientifico e universitario, ma soprattutto ci mettono di loro quel mix di impegno personale e socialità, legame con il territorio e militanza nell?associazionismo che sa superare la diffidenza per la politica e che, racconta Piva, recupera la metodologia dell?associazionismo di matrice cattolica ed il suo antico motto:
?Vedere, giudicare, agire?.