Attenzione alla Legge sulle pensioni perché la scelta di rimanere sul posto di lavoro sino alla maturazione di 40 anni di servizio o sino al compimento dei 65 anni come prospettata dal Governo Berlusconi a partire dal 2008, risulterà alquanto difficile se non un evento straordinario.
Lo spiega bene Luciano Fedi di Firenze a cui La Repubblica del 3 novembre 2001 pubblica una lettera a pagina 16 che noi della redazione di bussolanews.net siamo andati a riprendere dal nostro archivio per evidenziarla oggi integralmente, in tutta la sua chiarezza.
?Il ministro Maroni (ma non è il solo) suggerisce con enfasi l?aumento dell?età pensionabile per risolvere il problema del finanziamento Inps di fronte al notevole aumento del numero dei pensionati.
Sinceramente non capisco come si possa parlare di un tale metodo senza tenere conto del comportamento delle aziende le quali, appena un lavoratore inizia ad avvicinarsi alla fatidica ?finestra? che gli permetterebbe di andare in pensione, fanno di tutto per convincerlo ad andarsene, indipendentemente dalla posizione occupata.
Io stesso (e con me molti altri colleghi dell?azienda dove ho lavorato per 40 anni) ho subito le pressioni, fatte di bastone e carota, per andare in pensione di anzianità malgrado avessi 59 anni e le condizioni anagrafiche, oltre alla volontà personale, per arrivare alla pensione di vecchiaia a 65 anni.
I colleghi che hanno resistito sono stati messi in mobilità esterna in attesa che si aprisse per loro la prima ?finestra? per essere mandati in pensione di anzianità pur essendo anche loro ben lontani dai 65 anni.
Anche se venisse abolita la pensione per anzianità le aziende, a fronte di necessità oggettive per ristrutturazioni o ammodernamento, non esiterebbero certo a licenziare il lavoratore ultrasessantenne il quale, ovviamente, si troverebbe disoccupato con scarsissime probabilità di trovare un nuovo lavoro?.
A due anni di distanza dalla pubblicazione di questa testimonianza, la Legge viene approvata ma, c?è da chiedersi se il Ministro abbia considerato gli aspetti che il signor Fedi ha spiegato così bene. Non si tratta di un caso isolato ma di una condizione molto diffusa.
Rimangono così due dubbi: per risolvere il problema del finanziamento Inps è stata studiata in maniera approfondita la situazione dei lavoratori nelle imprese italiane? Se per ipotesi ? fatta riponendo ad occhi chiusi la buona fede nella legge – il signor Fedi verrà smentito negli anni che andranno dal 2008 e sarà sanato il deficit dell?Inps, quale soluzione si adotterà invece per favorire l?inserimento dei giovani nelle stesse imprese, dal momento che la maggior parte dei dipendenti ritarderà l?uscita per età pensionabile?