Sembra lapalissiano ma è così. Alzi la mano chi non ha mai ricevuto una e-mail da parte di amici, colleghi o conoscenti, di cui magari non si hanno notizie da tempi immemori, che richieda un?azione di buon cuore nel diffondere un messaggio di salvezza per una bambina che sta morendo di una rara malattia; oppure che si erge paladino della difesa dei computer altrui segnalando che se hai il file jdbgmgr.exe con l?immagine di un orsetto, il tuo PC sta per tirare le cuoia. Storicamente si parla di catene di San Antonio, che si sono moltiplicate a dismisura nella Società dell?Informazione perché rimandare una e-mail agli amici costa veramente molto poco? sembra. Ma non si riflette spesso sugli effetti indesiderati.
Innanzitutto rimettiamo in circolazione notizie nella maggior parte dei casi false e tendenziose, quindi perché diffonderle? Consideriamo che, come tutta la posta non desiderata, c?è il pericolo di infastidire le persone che le ricevono, oltre a farci una pessima figura di ingenui se si rivelano fasulle. Se poi le inoltriamo dal luogo di lavoro, rischiamo di dare involontariamente un grado di autenticità al messaggio per il fatto che l?e-mail è stata inviata dal server della tale azienda (società, ente, comune, ecc.). Nel caso di annunci su prodotti commerciali, spesso si danneggiano le aziende e i lavoratori in modo indiretto ma costante. Gli appelli medico-umanitari spesso continuano a circolare per la Rete anche anni dopo la loro conclusione, creando disagio alle persone interessate. In almeno un caso in Italia c?è stato uno strascico giudiziario per aver diffuso falsità. Purtroppo molte persone pensano di saper usare la posta elettronica solo perché sanno premere il tasto ?rispondi? o ?invia?, non preoccupandosi di lasciare tutti gli indirizzi delle persone che hanno ricevuto e passato la bufala in bella vista. Ho ricevuto e-mail di appelli dove la lunghezza di tutti gli indirizzi e-mail accodati era superiore alla lunghezza del testo del messaggio. E questo, per chi legge la posta collegandosi ad Internet con un modem, significa aspettare per scaricare tutto il messaggio, e ogni minuto di attesa incide sulla bolletta a fine mese. Passi la scarsa considerazione della violazione della privacy, ma messaggi di posta del genere sono un boccone prelibato per gli ?spammers?, ossia coloro che collezionano indirizzi di posta validi da rivendere alle aziende. Glieli stiamo offrendo gratis.
A questo punto, assodato che, ancora una volta, quando si riceve un?e-mail bisogna pensarci un po? su prima di rispondere o di inoltrarla ad altri, vediamo cosa possiamo fare per arginare meglio questo fenomeno.
Se non abbiamo tempo o possibilità di controllare subito la veridicità, aspettiamo qualche giorno e verifichiamo. Nell?attesa non succederà nulla di irreparabile. Secondo poi, usiamo questi meravigliosi strumenti della Società dell?Informazione non solo per giocare o divertirci, ma per informarci seriamente. San Google è meglio di San Antonio: http://www.google.it e inseriamo come parole chiave quelle più rilevanti o particolari presenti nel messaggio. Se non conosciamo l?inglese circoscriviamo l?area di ricerca del motore ai siti di sola lingua italiana. Nella maggior parte di casi finiremo nel sito http://www.attivissimo.net/antibufala/ dove Paolo Attivissimo ci spiega in modo chiaro e con un pizzico di ironia il risultato delle sue indagini. Se vi sono servite per fare bella figura con amici e colleghi, offritegli un pezzo di pizza (non è una bufala, leggete!). Altro sito di riferimento: http://leggende.clab.it/ forse meno ?estetico? ma sicuramente valido.
Una volta appurata la falsità della notizia (che è tale nove volte su dieci), fate un respiro e preparatevi ad una buona azione quasi mai ricompensata: rispondete a chi vi ha inviato la bufala, spiegandogli che ha preso un granchio colossale, inserite l?indirizzo completo della pagina Web che descrive la smentita e pregatelo di rimandarlo indietro a chi glielo ha a sua volta mandato. Tranquilli, nove volte e mezzo su dieci non lo farà. Si sta poco a diffondere una notizia falsa, ma diffondere la rettifica, vera? non fa notizia, si fa una brutta figura, insomma, non ne vale la pena. Provare per credere.
Ma com?è allora che ci si casca così facilmente? Nessuno di noi si definirebbe ingenuo o credulone in partenza, eppure tutti (io compreso) abbiamo almeno una volta mandato in giro dei messaggi non controllati dal buon senso (oltre che dall?antivirus, ma questa è un?altra storia). La risposta è che spesso questi messaggi ricorrono a tecniche di ?Social Engineering?. Si tratta della capacità di ingannare il prossimo tramite ragionamenti o persuasioni puramente psicologiche e assolutamente non informatiche. Poiché queste tecniche si basano su reazioni psicologiche, sono in linea di massima universalmente valide, e ci instillano la necessità di aprire quell?allegato di posta elettronica, o di credere a quel testo solo perché c?è scritto ?Parlamento? o ?case produttrici di antivirus? senza alcun altro riferimento. Senza entrare nello specifico, riassumiamo dicendo che ci sono diversi grimaldelli con cui si cerca di scardinare le certezze e la razionalità delle persone: autorevolezza, colpa, panico, ignoranza, desiderio, avidità e buoni sentimenti.

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Nel primo caso un?immagine, una dicitura o lo stesso indirizzo del mittente di una e-mail possono essere fonti di confusione, ma sono tutti elementi facilmente falsificabili. Perché Microsoft dovrebbe regalare 240 dollari proprio a voi? Tutti siamo colpevoli di qualcosa, nel dubbio di venire ?perseguiti?, seguiamo le indicazioni riportate nel messaggio. Il panico riduce le facoltà mentali e non sapendo che pesci pigliare, finiamo nella rete del pescatore. Non essendo necessario essere esperti di informatica, alcune cose si possono non sapere. E su questo si basano gli avvisi di virus o attacchi telematici. Il desiderio, soprattutto quello sessuale, funziona sempre con gli utenti maschi, che sono la maggioranza dei navigatori. Un pizzico di attenzione in più non guasta. Oggi più che mai i soldi non bastano. Già gioco alla lotteria, magari anche questa proposta di denaro facile è possibile? Spesso è il gentil sesso che cade nei tranelli dei buoni sentimenti, materni o fraterni che siano. Non abbassiamo la guardia.

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Ovviamente nella maggior parte delle bufale si usano una commistione di queste tecniche psicologiche, e proprio questo rende gli appelli veritieri e difficilmente screditabili. Non pensiate di essere immuni perché vi sentite più intelligenti. Meglio che un avviso non circoli più, anche se autentico, piuttosto che abboccare alle catene di e-mail. La regola d?oro ultima, come dice Paolo Attivissimo è sempre quella: ?Non fidatevi di nessuno su Internet fino a prova contraria. Nessuno!?
Buone passeggiate nei viali digitali della Società dell?Informazione.