C?è una cosa soprattutto che mi ha colpito a Nairobi, che si nota anche solo passando distrattamente e velocemente in macchina: la quantità di persone per la strada.
I marciapiedi, che appena fuori dal centro della città sono sentieri di terra che affiancano le strade, con tante buche e immondizia, sono sempre pieni di gente.
Su molti di questi sono anche nate diverse attività: mobilifici (e visto che sono costruiti sulla terra e non su un vero piano, è impossibile trovare una sedia, un tavolino, un letto che non sia traballante!), vivai, sartorie, meccanici con autolavaggio (cioè, con qualche secchio, spugne e l?acqua raccolta da un ruscello vicino o dalle enormi pozzanghere che si formano quando piove), chioschetti di ogni tipo.

E poi la gente che cammina. Tanta e diversa: bambini in divisa che tornano e vanno a scuola; uomini in giacca e cravatta e con la ventiquattrore; uomini che tirano pesantissimi carretti, donne in eleganti tailler occidentali con tacchi a spillo e donne meno ?moderne? avvolte nei ?sucar?, dei fazzolettoni con cui coprono le gonne e le proteggono dallo sporco e con cui fasciano i bimbi per portarli sulla schiena; altre ancora piegate dal peso di grandi fascine di legno o di secchi pieni d?acqua; ragazzini scalzi e sporchi che annusano bottigliette di colla per non sentire la fame; altri con le scarpe in mano, un lusso da usare con cura?

A volte anche i 20 centesimi del matatu (dei piccoli pulmini usati come autobus) sono una spesa che è meglio evitare per far quadrare il bilancio familiare, e allora ogni giorno percorrono chilometri a piedi, quando piove in mezzo al fango, per andare al lavoro, a scuola, per vendere noccioline, accendini, frutta?

E io che anche per andare a scuola, a 200 metri da casa, spesso prendevo il motorino!

Un saluto a tutti e a presto.
Chiara