Quando tra la gente si parla di comunicazione, immediatamente il pensiero va ai modi in cui questa si esercita attraverso i mass media; perciò la più alta espressione del pensiero, disposizione, qualità umana, si riduce e banalizza nell?immaginario ad uno strumento dell?attività professionale di un mestiere, prestigioso, di qualità, anche se non sempre, e non ad altro.
Insomma in qualche modo via via la comunicazione è andata identificandosi con l?informazione, lo spettacolo, l?affabulazione, il travestimento, quando non arma di convincimento per promuovere in modo strumentale, il sospetto, il discredito, la rabbia nei confronti dell?avversario politico o dell? ?altro? in genere. Oggi siamo ad un punto cruciale, si dice alla vigilia di un fantastico evento, all?avvio di un nuovo corso, non semplice, ma voluto e sorretto dalla fiducia e dalla speranza di molti.
Questo c?induce a riflettere su cosa voglia dire comunicare; a riscoprire il significato di un termine che è il fondamento del nostro stare al mondo, dell?essere in relazione col mondo e con la comunità umana. Dalla comunicazione che è relazione con l?altro, nasce la conferma e la disponibilità del proprio io.
Il Partito Democratico dovrebbe, dovrà promuovere, essere terreno per il coinvolgimento dialogico dell?io con il tu.
Sia pure in diverse scale di valori, i membri della società umana si confermano le loro qualità e capacità personali; e, una società si può dire che è umana nella misura in cui i suoi membri si confermano tra loro. Il principio su cui si basa la vita associata degli uomini è il desiderio che ogni uomo ha che gli altri lo confermino per quello che è o magari per quello che può divenire, e la capacità, che è innata nell?uomo, di poter confermare i suoi simili come essi desiderano. Come avverte William James: ?Se fosse realizzabile non ci sarebbe pena più diabolica di quella di concedere ad un individuo la libertà assoluta dei suoi atti in una società in cui nessuno si accorga di lui?. Ed è questo il compito e il fine della ragione, delle ragioni del Partito Democratico: quello del coinvolgimento di più soggetti pensanti alla vita del pensiero che informa e giustifica il progetto.
Sono sicura che nessuno di noi si è addomesticato alle diatribe mediatiche, che non poco hanno contribuito alla disaffezione e anche al disgusto da parte di alcuni verso la politica e se conosciamo tutti i maggiori responsabili, capaci di orchestrare gli interventi secondo un copione e gioco delle parti, quando chiamati ad intervenire ad ogni telegiornale, intrattenimento, talk-show, erodono, demoliscono con caustica intenzionalità ogni iniziativa del governo, ma conosciamo anche le debolezze dell?Unione, quando è nell?impossibilità di strutturare e palesare una condotta coerente, ferma, o quando tarda a dare risposte o onorare gli impegni.
Se l?attività o l?inattività come le parole o il silenzio hanno tutte valore di messaggio, di comunicazione, questo qualche conseguenza ha avuto certamente sull?opinione pubblica.
Oggi è necessario riconoscersi reciprocamente e cominciare il lavoro insieme, per rafforzare un equilibrato orgoglio di appartenenza. Le critiche sono lacerazioni ma rafforzano il senso di onestà, ?anche se poi si debbano contare più cicatrici che medaglie?.
Partire dalla comunicazione come concetto, sostrato della politica, la comunicazione che è relazione, riconoscimento del sé da costruire insieme agli altri, per esistere come persone in un progetto che abbia per fine veramente la partecipazione al bene comune, credo sia la messa alla prova della sfida di noi tutti nel Partito Democratico.

Da “Europa”