Il rapporto statistico annuale pubblicato dall?Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) indica in circa ottomila le domande di asilo presentate in Italia nel 2004, con una diminuzione di circa il 45 per cento rispetto al 2003. Se si considera che nel 2003, delle domande presentate, solo 555 sono state accolte (mentre ad altre 800 persone è stato concesso un permesso di soggiorno per motivi umanitari), c?è da aspettarsi che nel 2004 anche gli esiti positivi delle domande di asilo diminuiranno ulteriormente. In pratica, l?Italia riconosce ogni anno poche centinaia di rifugiati, con una percentuale rispetto alla popolazione totale che è tra le più basse in Europa.
Di fronte a queste cifre viene da pensare che in Italia ci sia un?emergenza rifugiati, ma non per quella possibile ?invasione? di cui politici e media spesso parlano. La vera emergenza, o meglio la vera vergogna, è non riuscire a predisporre misure di accoglienza e protezione capaci di dare risposte concrete a persone che scappano da violenze, guerre, soprusi e che, una volta arrivate in Italia, si imbattono in un ?non-sistema? che punta chiaramente a rendere l?accesso al diritto di asilo sempre più difficile e a scoraggiare la permanenza sul territorio italiano.
La situazione, tra l?altro, è destinata a peggiorare: nella seconda metà di aprile entrerà in vigore il Regolamento di attuazione degli articoli della Bossi-Fini in materia di asilo. Si tratta di norme fortemente restrittive che prevedono, tra le altre cose, il trattenimento nei centri di identificazione della quasi totalità dei richiedenti asilo, l?introduzione di una procedura ?semplificata? per l?esame della domanda, l?impossibilità di presentare ricorso contro il diniego dello status di rifugiato che sospenda l?espulsione.
La questione su cui occorrerà vigilare nei prossimi mesi è proprio la nascita dei centri di identificazione: dove verranno dislocati e con quali caratteristiche. Una sentenza del Consiglio di Stato, che esprimeva un parere sul Regolamento della Bossi-Fini, raccomandava di prevedere in tali centri ambienti accoglienti, in grado di offrire una dignitosa ospitalità in particolare a donne e minori e garantire attenzione e cure mediche alle persone più vulnerabili, come le vittime di tortura. In generale, in tali centri andrebbero pienamente applicati gli standard di accoglienza previsti dalle Direttive europee in materia.
La triste realtà invece è che tali centri stanno sorgendo nelle stesse aree dei centri di permanenza temporanea per immigrati: spesso capannoni, container o roulotte, tristemente famosi per le condizioni di affollamento e invivibilità. L?individuazione dell?area di ?Ponte Galeria? per il Centro di identificazione di Roma sembra confermare questo orientamento.
Le Nazioni Unite hanno scelto ?il coraggio? quale tema per la Giornata del Rifugiato 2005. Mai tema fu più adatto alla realtà italiana: ormai, presentare domanda di asilo in Italia richiede proprio? un bel coraggio.