Il caso di nonnismo dello scorso 18 marzo 2005 ai danni della recluta Nicola F. ha aperto uno squarcio angosciante sulla coerenza giuridica ed etica propria della Costituzione Italiana.
Il fatto vede coinvolti la recluta, il caporalmaggiore Valentini e il caporale Roberta Savoia tutti appartenenti alla Folgore: mentre il caporalmaggiore in ufficio conduce una conversazione telefonica privata, improvvisamente sopraggiunge la recluta Nicola F. che chiede al sottufficiale di lasciargli libero il telefono per una chiamata di servizio, la donna gli ordina di pompare a terra e chiede alla lì presente caporale Roberta Savoia di prendere a calci la recluta, in modo tale che il telefono non gli servisse più.
Nicola presenta una denuncia sostenuta da due testimoni, altre due reclute. Il processo è condotto dal tribunale militare di La Spezia che lo scorso ottobre espleta il verdetto finale: Valentini è innocente perché il fatto non sussiste. I testimoni sono considerati ininfluenti è il commento alla sentenza vede i giudici pronunciarsi a favore della pratica del pompare a terra, che Valentini riconosce di avere ordinato alla recluta. I giudici considerano tale pratica un atto di dimostrazione di appartenenza al corpo dei Paracadutisti della Folgore e quindi accettabile in qualsiasi contesto.
Da tale verdetto se ne deduce che la legislazione militare esula dai principi democratici garantiti dalla costituzione e dal codice penale civile, che prescrive per tale evento il reato d?abuso d?ufficio. In questo senso la legislazione militare dimostra di avere non un carattere particolare rispetto la Costituzione, ma uno speciale.
La sentenza indica la presenza nell?ordinamento legislativo italiano di un?altra sfera giuridica a statuto speciale, tra cui è possibile menzionare anche quella che disciplina i rapporti tra Nato e Italia, infatti se militari americani violano la legge italiana devono essere giudicati esclusivamente da un tribunale americano, come il caso della vicenda del Cernis.