Uscito dalla finestra perché gettatone infelicemente fuori da una mano incauta, il crocifisso rientra nelle aule scolastiche, se mai ne sia uscito, con l?irruenza di un boomerang. Ma la sua traiettoria risulta decisamente modificata, tanto che al suo rientro non gli si spalanca l?ingresso principale, come fu fatto a Gesù dalla gente della città di Gerusalemme nella domenica delle palme, ma gli si lascia aperto un leggero spiraglio della porta di servizio così come si fa con l?animale domestico.
É solo di ieri la notizia che il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso presentato da una cittadina finlandese, ha stabilito con sentenza che il crocifisso deve rimanere nelle aule scolastiche in quanto non ?suppellettile? o ?oggetto di culto? ma perché è un ?simbolo che esprime le tradizioni, della cultura e del modo di vivere del popolo italiano e l?elevato fondamento dei valori civili (tolleranza, rispetto reciproco e valorizzazione della persona e dei suoi diritti) che hanno una origine religiosa ma delineano la laicità dell?attuale ordinamento dello stato?.
Di fatto quello che si è ?limitato? a fare il Consiglio di Stato, non è stato altro che contestualizzare il crocifisso in funzione del luogo in cui è esposto. In chiesa è e rimane un simbolo religioso. In un?aula scolastica invece, in quanto devalorizzato del simbolismo cristiano di misericordia, di sacrificio e di salvezza, viene riproposto, dopo un accurato restyling così come si fa ogni tot anni con i marchi di prestigio tipo Coca-cola e Fiat, estremamente decodificato, risultando così essere in definitiva altamente educativo e non offensivo per nessuno. Averlo annacquato quel tanto che basta di modernità e relativismo, permette di rilanciarlo a tutto tondo come simbolo laico universale ed adattabile ad ogni persona di qualsiasi sesso, fede e razza.
Evidentemente c?è un?ansia a depauperare, in Italia così come nel resto d?Europa, tutto ciò che è religiosamente simbolico. Anche se nello stesso tempo si ha l?esigenza di non dover buttare via la cultura, i simboli, le tradizioni della nostra storia. Ciò che è accaduto nella fase di redazione della Costituzione Europea, è l?esempio di quanto la tendenza all?applicazione di una laicità pura attualmente determina le scelte sia nei processi politici nazionali sia nell?Unione. Ma c?è qualcosa che si nasconde dietro questa voglia estrema di laicità, la paura. Paura di altri 11 Settembre.
La necessità di fare apparire il vecchio continente come la madre di ogni civiltà, capace di accogliere e difendere i diritti e la cultura di ogni popolo, non è niente altro che l?escamotage di uscirne fuori furbamente e a discapito dei suoi effettivi abitanti. Si cerca così di disinnescare quei possibili focolai di ribellione e di pretese che possano essere accennati da milioni di persone che spingono alle nostre frontiere e di quegli altrettanti immigrati che sono già venuti a lavorare in Europa da tutto il mondo. Ma al contrario di come veniva fatto nell?impero romano, dove ogni nuovo dio veniva accolto nel pantheon insieme a tutti gli altri dei, adesso per rispetto degli altri si cerca di cancellare ogni forma e riferimento a Dio in ogni luogo pubblico dell?intero continente.
Viene da chiedersi, allora, su chi veramente ha più rispetto della religione cristiana, chi dice di togliere il crocifisso perché in esso ne riconosce la valenza religiosa o chi, come il Consiglio di Stato e la Costituente europea, cerca a tutti costi di laicizzarne il simbolo e l?impatto emotivo che da esso ne deriva?
Da simbolo di fede a simbolo laico?