C?è qualcuno che ha la pretesa di analizzare, comprendere e con questo maliziosamente direzionare il comportamento degli italiani attraverso un sondaggio. Certo, a guardare la tv e a leggere un giornale sembra che senza di essi non si possa far nulla. Dalla scelta di un prodotto al supermercato al dare il voto nelle prossime elezioni, se non si ha bene in mente il risultato del sondaggio del giorno, la crisi di panico e praticamente assicurata a chiunque.
Per chi ha una infarinatura di marketing aziendale sa benissimo che il sondaggio è uno strumento per tastare il polso di una determinata fascia di clientela, e quindi per individuare la tattica migliore per sferrare un attacco pubblicitario ad un target specifico. Ma non è e non può essere il solo strumento d?analisi. Con l?ascolto del solo campione intervistato non si è mai sicuri di avere in tasca la soluzione giusta. Basti pensare ai famosi polli mangiati dagli italiani o ai carrarmati di Mussolini, la statistica non riempie la pancia e non ci fa vincere una guerra. E allora guai a chi si affidasse soltanto e ciecamente alle bizze di un sondaggio. Perché basta un nonnulla per commettere il fatale errore e di conseguenza allargare la forchetta del risultato, stravolgendo e rendendo così irrimediabilmente inutile il sondaggio stesso.
Ma allora, a che serve sfornare un sondaggio al giorno se non è quasi mai attendibile? Specialmente in politica, dove pressoché nessuno, a meno che non sia fortemente politicizzato, dichiara apertamente il proprio voto e tanto meno ad una voce telefonica sconosciuta che lo sta intervistando o di fronte ad una telecamera per strada. Naturalmente i politici sanno già tutto questo, è il loro mestiere. Il loro intento, purtroppo, non è certamente quello di fornire agli italiani uno strumento di valutazione corretta ma solo di cercare di influenzarne le scelte.
È con l?avvento del berlusconismo che si è andati sempre più ad adoperare scientificamente lo strumento del sondaggio in politica, a riversare tutte quelle nozioni aziendali che rendono vincente un?impresa. Nel ?94 fu una sorpresa riuscita, ci fu un utilizzo spietato dei sondaggi che risultò così utile per screditare gli avversari e per ridimensionarne la carica mediatica. Ma nessuno se ne accorse, sembrava tutto così logico. Oggi, con il centro sinistra che ha imparato la lezione, lo stesso uso dei sondaggi da entrambi gli schieramenti non fa nient?altro che inasprire ancor di più la dialettica politica e tutto questo a discapito degli elettori.
Indubbiamente non possiamo far si che non vi sia l?utilizzo in politica dei sondaggi o di qualsiasi altro strumento di marketing, è inevitabile, e sotto alcuni aspetti questo può rendere la competizione ancor più avvincente. Ma si dovrebbe cercare di evitare l?utilizzo indiscriminato di questi strumenti, o perlomeno porvi un controllo che ne indichi la qualità e l?attendibilità degli stessi. Stiamo correndo il rischio che qualcuno urli ?ho vinto? e magari con il 98% dei voti, prima ancora dello svolgimento delle elezioni, così come hanno sempre fatto i vari rais o leader maximi del pianeta.