Lo scorso gennaio il Parlamento europeo ha respinto una risoluzione che chiedeva di estendere ai cittadini immigrati ? da almeno 5 anni residenti in Europa ? il concetto di cittadinanza europea. La risoluzione conteneva anche l’ipotesi di introdurre una sorta di tassa per contribuire ?alla costruzione di una cittadinanza europea più equilibrata? e introduceva ?l’idea di legare il concetto di cittadinanza a questioni sociali, come il diritto alla casa, al lavoro, all’assistenza sanitaria?. Anche questi specifici passaggi sono stati bocciati dall’assemblea.
È l?ennesimo segno di chiusura di fronte all?esigenza, sempre più pressante, di un ripensamento profondo del concetto di cittadinanza, affinché essa non possa essere più intesa come una barriera o una porta da chiudere in faccia a chi cerca una vita dignitosa e sicura. Il test di lingua e cultura a cui, secondo una recente proposta del governo olandese, dovrebbe sottoporsi ? a proprie spese e prima di lasciare il proprio paese ? chi aspiri a un permesso di soggiorno, ben lungi dal tutelare una non meglio precisata ?identità europea?, sembra un escamotage per chiudere definitivamente le frontiere agli immigrati.
Talora si sente dire che nella Costituzione Italiana non esiste alcun riferimento esplicito alla condizione dell?immigrato e che questo precluderebbe, ad esempio, l?accesso degli stranieri extracomunitari al diritto di voto. Questa stessa barriera è già stata con disinvoltura rimossa quando si è trattato di concedere il voto ai comunitari, essi pure stranieri in base al diritto costituzionale. Solo ragioni di ordine storico spiegano l?assenza della menzione dello straniero nella nostra Costituzione, che però è costruita intorno al rispetto e alla centralità della persona in quanto tale.
Un nuovo modello di cittadinanza potrebbe costituire, per il nostro paese come per l?Europa, un?occasione di inclusione e di comune progresso. Provenienti da situazioni politiche molto diverse nei rispettivi paesi di origine, molti stranieri hanno imparato sulla propria pelle a cosa possono portare la conflittualità della politica, le ingiustizie, la corruzione. E molti, nel paese d?arrivo, cercano un riscatto. Purtroppo l?esperienza quotidiana mostra come l?accesso ai diritti fondamentali non sia tiisempre garantito: la legislazione è ancora carente, oppure, anche quando esiste, resta inapplicata a causa di barriere culturali, disguidi burocratici e difficoltà di ogni genere. Queste discriminazioni piccole e grandi, spesso nascoste da una diffusa indifferenza, sono invece sintomi allarmanti: avallarle significa tradire lo spirito della nostra carta costituzionale e contribuire a minare le basi stesse della democrazia.

Per info sui servizi all?immigrazione e i diritti degli stranieri: www.centroastalli.it/fondazione.htm