C?è uno spettro che si aggira per l?Europa. Lo spettro dell?aviaria. Così come già annunciato da diversi mesi dalle echeggianti minacce provenienti da diversi paesi orientali e dalle prime vittime in Turchia e in Romania, il virus dell?aviaria ha cominciato inesorabilmente l?invasione della ricca Europa. E così come la più celebre mucca pazza e i suoi prioni, di qualche anno fa, anche l?aviaria si appresta a spargere panico e crisi economica fra gli europei, amanti o no della carne di pollo.
Sembra che l?aviaria non sia una di quelle false notizie costruite a regola d?arte dalle multinazionali alimentari per condizionare gli acquisti di milioni di cittadini nel mercato globale. Il pericolo anche se remoto è reale e sta influenzando, sciaguratamente in peggio, le abitudini gastronomiche di molti. Dai più piccini agli anziani, dalle mense scolastiche ai ristoranti, per chiunque e ovunque pare che sia abolita la carne di pollo e di tacchino.
L?impatto economico nel settore è devastante. Arrivando anche ad anomalie curiose e preoccupanti come quella italiana, dove ad un mercato interno crollato del 75% si registra in contro altare un incremento dell?esportazione verso gli altri paesi europei del 25%. Anomalia dovuta alla recente ed involontaria pubblicità positiva avuta dagli organi di controllo sanitario europei, che hanno dichiarato che le carni del pollame italiano sono tra le più controllate e quindi tra le più sicure.
Come sempre in questi frangenti, il balletto degli annunci allarmistici e delle conseguenti perdite economiche è inarrestabile. L?Unione Europea ha già stanziato centinaia di milioni di euro per approntare solo le prime difese all?aviaria. Intanto si moltiplicano a dismisura le situazioni di allarme sanitario e sociale. Si prevedono milioni di morti tra gli animali, in realtà più per la prevenzione che per la malattia stessa. La Germania addirittura ha già paventato il possibile annullamento dei mondiali di calcio, ma forse è uno spregiudicato calcolo speculativo mirato solo ad aumentare gli aiuti economici provenienti dall?Unione.
In Italia la Confederazione Italiana Agricoltori ha dichiarato la possibile perdita di posti di lavoro nel settore di circa 200mila unità. Inoltre si sono già consumati, purtroppo, i primi fatti drammatici. Un uomo si è tolto la vita dopo aver sterminato la propria famiglia a causa della perdita del posto di lavoro. Ed in Sicilia una persona si è ritrovata ad essere reietta dall?intera cittadinanza del paese dove vive e ad essere costretta a migrare altrove, solo perché ha toccato, nel tentativo di salvarlo, un cigno poi sospettato di essere morto d?aviaria.
Ma la crisi è solo all?inizio e non si può assolutamente prevedere come andrà a sviluppare e ad esaurirsi. Il livello di guardia in tutta Europa è alto, possiamo solo sperare che non si allenti e che sia sufficientemente all?altezza per scongiurare tutti quegli atteggiamenti di panico, piccoli e grandi, che investiranno ciclicamente e ad ondate la popolazione e che potrebbero provocare fenomeni di massa pericolosi ed incontrollabili.
Panico in Europa