Venerdì 24 marzo è stato l?anniversario dell?eccidio delle Fosse Ardeatine. Un dolore di Roma e di tutta l?Italia. Una tragedia nella tragedia di una guerra tramutata di colpo in occupazione nazista. Un gesto infame contro la popolazione civile romana, atea e credente, cattolica ed ebrea. Un momento di riflessione sul valore universale della libertà, della pace e dell?amore tra i popoli.
Una ferita che deve fare ancora male per molto tempo nel cuore di ognuno di noi. Perché ci sono dolori che vanno superati, dimenticati in fretta, e ce ne sono altri, invece, che devono rimanere impressi per sempre come una ferita che non si rimargina. Un taglio profondo nella coscienza collettiva ed individuale di tutta una nazione. Un pensiero più che un ricordo. Una lacrima più che una lapide ed un mazzo di fiori. Una voce viva che elenca 335 nomi di persone assassinate più che una foto ingiallita dal tempo. Del sangue che scorre ancora e che non deve assolutamente fermarsi. A monito delle nuove generazioni. Perché ci sono dei fatti che è meglio non dimenticare per far si che non si possano più ripetere.
Era l?alba di un mattino di 62 anni fa, e i soldati tedeschi per rappresaglia contro l?attentato partigiano di via Rasella del giorno prima, rastrellarono centinaia di persone durante la notte e le massacrarono all?interno di alcune cave in via Ardeatina. Proprio accanto alle catacombe di San Sebastiano, di San Callisto e di Domitilla, anch?essi luoghi di martiri innocenti che ci rievocano storie antiche di dolore ma anche di coraggio di donne e uomini che seppero affrontare nella loro fede la morte.
Alla commemorazione hanno reso omaggio il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dal vicepresidente della Camera Alfredo Biondi, dal ministro dell?Interno Giuseppe Pisanu, dal sindaco di Roma Walter Veltroni, dal presidente della Provincia Enrico Gasbarra e dal presidente della Regione Piero Marrazzo. Un momento trasversale e pieno della politica italiana e dell?intero paese, che ha permesso, anche se solo per un breve attimo, di trovare quello spirito comune che unisce e non divide, che esalta e non scoraggia, che commuove e non disprezza. Allentando un poco la tensione della politica attuale, resa così nervosa e convulsa dalle vicende propagandistiche di una competizione elettorale sempre più pesante ed aggressiva, e che a volte purtroppo è portata aspramente a dimenticare le ragioni di questi nostri eroi morti per la nostra libertà.