?Quando il corpo è sano e forte, nasce nell?uomo non solo il coraggio fisico, che è la cosa più comune, ma ciò che è raro, anche il coraggio morale, e la tempra, e il carattere, e la sincerità nella condotta, e l?aborrimento delle vie oblique?Noi non diamo ancora troppa importanza a questa ginnastica educativa, la quale ai giovani dà forza, grazia e sveltezza al movimento del corpo?.
La grande attualità delle parole di Francesco De Sanctis, pronunciate alla Camera dei Deputati nel 1878, è riscontrabile nella convention andata in scena a Roma lo scorso 25 Marzo su iniziativa di otto grandi sigle dell?associazionismo di promozione sportiva (Acsi, CSI, CUSI, CSEN, AICS, Endas, Uisp e USAcli) unite nel chiedere al mondo politico una riforma del sistema sportivo italiano che dia legittimità e sostegno a quella concezione della pratica sportiva, diversa da quella tradizionale prettamente agonistica, identificata come ?Sport per tutti?.
Un evento importante che si pone come punto di partenza per un totale rinnovamento dell?ordinamento sportivo al fine di ridurre le disuguaglianze tra lo sport d?eccellenza e lo sport per tutti; in un periodo in cui lo sport in generale sta vivendo una crisi profonda di valori dovuta principalmente alle nuove regole imposte dal business dei media e dalle sponsorizzazioni, assume sempre più rilevanza un?idea di sport più sociale, più impegnata in una funzione educativa, un modello aperto a tutti impegnato nel costruire cittadinanza, partecipazione, formazione umana, integrazione e coesione umana.
Il quadro che emerge dalla convention è allarmante: in Italia sono più di 20 milioni i cittadini che, senza limiti di età, di sesso, di abilità praticano sport mettendo in evidenza non una moda nell?utilizzo del proprio tempo libero, ma un vero e proprio fenomeno sociale, non più per pochi come poteva essere in passato, ma per molti, perché espressione di un nuovo diritto di cittadinanza e partecipazione attiva che purtroppo vive ancora nell?anonimato e nel silenzio, troppe volte schiacciato da una cultura di fondo che riduce lo sport esclusivamente al numero di medaglie conquistate, alla prestazione di alto livello, ai risultati.
Se da un lato il modello sportivo tradizionale, quello olimpico, sta vivendo una crisi profonda di valori nella quale il doping, l?aggressività, la vittoria a tutti i costi hanno preso il sopravvento sulle secolari virtù di lealtà, fair-play, disciplina, confronto, d?altro canto quel modello sportivo inteso come funzione sociale vive una crisi di debolezza istituzionale dovuta alla mancanza di leggi e di programmi pubblici che gli diano identità e dignità.
Le conseguenze di questa crisi sono evidenti: è andato sempre più incrinandosi il rapporto tra sport d?elite e funzioni sociali, si è dispersa quella capacità innata dello sport di educare, di farsi promotore di valori, di modelli per l?inserimento nella società, diventa sempre più un fenomeno preoccupante l?abbandono della pratica sportiva per ragioni di studio, di lavoro, di responsabilità familiari, la sconfitta, in sintesi, di un diritto che dovrebbe essere di tutti.
E? necessaria un?inversione di marcia che parta dalla base, un movimento culturale che ?rivoluzioni? la sottocultura sportiva esistente in Italia, proponendo fin dall?inizio quei valori eterni dello sport – rispetto delle regole, gusto dell?impegno, determinazione, disciplina, confronto, accettazione dei limiti ? che siano i capisaldi sia di un eventuale approdo nello sport di vertice, sia e soprattutto della società civile.
Da qui parte la proposta di Edio Costantini, portavoce delle otto associazioni, di una riforma globale dell?intero sistema, una Legge Quadro, per mettere al centro lo sport dei cittadini, lo sport di tutti, con nuove politiche pubbliche: nella scuola come valore formativo corporeo, nelle politiche della salute come attività adatta alla prevenzione e all?orientamento di nuovi stili di vita, nelle politiche ambientali e urbanistiche come animazioni sportive dell?ambiente e investimenti cospicui in centri polifunzionali, nelle politiche sociali con la finalità di inclusione sociale e contrasto al disagio.
Alla proposta seguono richieste per dare visibilità e concretezza ai contenuti:
– a livello centrale nuove istituzioni del governo pubblico e democratico dello sport con il principale obiettivo dello sviluppo dello sport;
– a livello regionale l?istituzione di ?Comitati regionali dello sport per tutti? che coordinino e associno al governo dello sport per tutti l?intero associazionismo;
– la costituzione di un ?Consiglio nazionale dello sport per tutti aperto a tutti gli attori ? CONI, Governo, Enti locali, Regioni, Federazioni, scuole ? con il compito di coordinare e indirizzare sul territorio l?intervento progettuale per lo sviluppo dello sport per tutti.
E? stata un?importante iniziativa quella di Roma finalizzata nel riportare alla luce una questione da troppo tempo aperta e che non vuole assolutamente essere motivo di divisione e contrasto con il fondamentale ruolo del CONI, ma anzi essere complementare, per dare voce non solo al campione e alla pratica agonistica, ma anche a quel benessere fisico, psichico – mentale, espressivo che deve essere un diritto imprescindibile di ogni cittadino sul quale la prossima legislatura sarà chiamata a confrontarsi.
Per uno sport che badi alla buona salute e alla socializzazione di ogni individuo