La fertilità di una architettura che trae ispirazione dagli insegnamenti della natura e della storia. Questo il tema principale della mostra personale dedicata a Paolo Portoghesi architetto, allestita all?interno della basilica palladiana di Vicenza sino al 25 giugno 2006.

Portoghesi ha dedicato la sua vita allo studio ed alla ricerca di un linguaggio architettonico aperto all?innovazione, ma profondamente radicato nei luoghi e nelle tradizioni. Imparare dalla storia attraverso la comprensione dei luoghi è il motivo ispiratore della prima fase dell?attività didattica e teorica di Portoghesi che nel 1968, giovanissimo preside della facoltà di Architettura del Politecnico di Milano in preda alla contestazione, teneva un corso sulle architetture parallele in cui ogni lezione era dedicata a una coppia di architetti, uno del passato e uno della modernità per dimostrare la continuità dialettica della architettura occidentale. Negli anni novanta del secolo scorso Portoghesi, con il libro ?Natura e Architettura? elabora l?ipotesi teorica di una integrazione tra storia e natura individuando gli archetipi architettonici come elementi di permanenza che attraversano la vicenda degli stili.

Derivando dall?esperienza diretta della natura da parte dell?uomo agli albori della civiltà, gli archetipi consentono all?uomo moderno la ricerca fruttuosa di un nuovo fondamento della disciplina, fedele all?ideale di una architettura pensata e costruita per migliorare la vita degli uomini. Anche sul piano progettuale, nel 1986, con il teatro Puccini a Torre del Lago, Portoghesi propone un organismo in legno lamellare basato sulla pervasività della ?piega?, anticipando una tendenza oggi assai diffusa. Reagendo polemicamente alle tendenze irrazionalistiche degli anni a cavallo del 2000, Portoghesi propone del 2005 la necessità di una Geo-Architettura, una architettura della responsabilità che inverta l?attuale direzione di sviluppo e che si impegni a costruire tra uomo e ambiente una Nuova Alleanza.

L?allestimento della mostra all?interno della basilica rende omaggio a Palladio evocando l?organismo della chiesa veneziana del Redentore con pareti con pareti curve fatte di tubi di cartone che simulano le canne dell?organo. Si è voluto così sottolineare la fiducia del Palladio nella coincidenza tra armonie musicali e architettoniche e nello stesso tempo alludere a una architettura non finita ai confini tra il visibile e l?invisibile.
Una serie di pannelli al centro dell?apposito spazio illustrano opere recenti di Portoghesi realizzate nel Veneto e ispirate alla disciplina Palladiana.

Sono ben nove le sezioni della mostra. Si inizia dai modelli, disposti lungo la navata, relativi alle opere più significative; seguono le vetrine in cui sono esposti i disegni a penna dell?architetto e le vetrine con i suoi libri scritti, nonché le vetrine con gli oggetti disegnati dall?architetto; seguono i pannelli che illustrano le opere con riferimenti a forme naturali o ad esempi di architettura che le hanno ispirate. Non manca la sezione del lavoro svolto per la cultura: con le mostre e gli spettacoli, nonché la sezione del lavoro di designer per arredamento. Completa la mostra la sezione dedicata all?idea e il disegno: il metodo di progettazione. L?ultima sezione tratta i viaggi e i ricordi del professore con tutti i suoi scatti, più di centomila, effettuati nel corso dei suoi viaggi in giro per il mondo. Vengono documentate non solo architetture ma anche paesaggi e soggetti naturali per cogliere e mettere in evidenza le analogie. Una sequenza di immagini fotografiche sono proiettate in ciclo continuo su uno schermo al plasma per dare ai visitatori una idea dell?immaginario architettonico e paesistico che permea l?architettura illustrata nei pannelli e nei plastici.

La mostra è visitabile tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10.00 alle 19.00. Costo del biglietto ? 7.00