A dieci anni dal più grande naufragio nel Mediterraneo dalla seconda guerra mondiale ad oggi, la casa editrice Mondadori ripubblica questo interessante libro nella collana dei Tascabili Mondatori, con foto inedite dei protagonisti.
?Trecento morti in un naufragio?. Nei primi giorni di gennaio del 1997 i giornali diffusero la notizia di una tragedia avvenuta verso le tre del mattino del 26 dicembre 1996 nel Canale di Sicilia: durante un tentativo di trasbordo di immigrati clandestini da una nave più grande a una più piccola, si era verificata una collisione tra le due imbarcazioni e la maggior parte dei passeggeri erano morti. Un fatto di cronaca, una lunga vicenda giudiziaria, ma soprattutto la fine delle speranze per moltissime persone in fuga dalla guerra e dalla povertà.
Giovanni Maria Bellu con questo libro, a metà tra il reportage e il diario personale, cerca una nuova prospettiva: stimolato da una serie di circostanze e coincidenze, si trova a ricostruire i fatti con gli occhi di una delle vittime, il giovane pakistano Anpalagan Ganeshu. Ma soprattutto racconta come un giornalista che inizia a lavorare su una notizia si possa sentire chiamato in causa, prima di tutto come uomo, da una vicenda dalle implicazioni enormi, sul piano politico, ma soprattutto esistenziale. Storie lontane di guerre dimenticate appaiono improvvisamente straordinariamente prossime e attuali, tingendo di sfumature diverse i soliti discorsi sull?immigrazione clandestina e sul concetto di Europa. ?Così Anpalagan mi obbliga a rimettere in discussione la mia concezione del mondo?, scrive l?autore a metà dell?indagine che lo porterà ad identificare a largo di Portopalo il relitto della nave più piccola, con i resti di centinaia di vittime anonime.
Anche il lettore viene guidato in queste pagine in una riflessione ampia sulle politiche europee e sulle responsabilità di chi è chiamato ad applicarle, sul senso dello stato di ogni cittadino che quotidianamente si scontra con le assurdità del vivere comune, ma anche sull?unico tragico destino che lega la vita di un iracheno che non ha il diritto di avere la stessa cittadinanza della propria moglie e dei propri figli a quella di un adolescente pakistano che ama i vestiti italiani e vuole fare l?ingegnere in Inghilterra e a quella di un giovane maltese che, abbagliato dalla prospettiva di un compenso, diventa in una sola notte corresponsabile e vittima di una strage assurda.
Giovanni Maria Bellu, I fantasmi di Portopalo. Natale 1996: la morte di 300 clandestini e il silenzio dell?Italia, Mondadori 2004, 228 pp.