Il municipio Roma 2 seppur tra mille sfaccettature ha un?apparenza di benessere e sembra mancare ben poco; forse qualcuno si lamenta che ci sono pochi centri anziani, le assistenze bene o male ci sono…ma quasi nessuno fino ad oggi ha parlato dell?eterno anello mancante: l?attenzione ai giovani.
Ma a loro qualcuno è interessato? Qualcuno all?interno dell?Istituzione politica è interessato a loro come coloro che sono oggi, non a loro come a coloro che saranno il futuro del domani? A quei ragazzi che hanno tra i 14 e i 25 anni, coloro che hanno bisogno di comunicare, di entrare a far parte della ?cosa comune?, di esserne parte attiva, coloro a cui la famiglia non basta più, che con la loro rabbia e la loro irruenza ci stanno solo chiamando? Sì, in effetti, qualcuno li ascolta o parla di loro quando imbrattano i muri con i murales, quando ci sono atti di bullismo un po? più spinti, quando occupano un centro sociale; di cui la gente per bene dice che ? lì ci sono solo i drogati a farsi le canne?…non si può negare che ci sia anche questo, ma cosa altro c?è? Spettacoli, musica, corsi di teatro, arte, concerti…in fin dei conti cosa stanno chiedendo questi giovani dietro la loro rabbia? Solo di comunicare, di essere visti, di avere un luogo dove sentirsi attivi, dove sono anche organizzatori e responsabili; dove ognuno di loro mette a servizio dell?altro, degli altri un po? del loro sapere.

La politica si è occupata dei giovani solo in forma di assistenzialismo (intrattenimento e partecipazione a qualche attività) non come proposta politica di ricerca e promozione di valori forti o di temi generatori attuali o di un?attenzione a facilitare l?accesso ai giovani alla casa, al credito, all?informazione, al lavoro, all?impresa.
L?attenzione va posta sulla partecipazione alla cosa comune, sull?essere parte integrante del territorio in cui si vive; diritto- fondamento di ogni cittadino dal quale nasce il sentimento del sentirsi dentro ad un processo, ad una comunità, ad un progetto, ad una ricerca comune, ad un ventre sociale. Il canale può essere solo quello di costruire un clima buono, una dimensione di svago e piacere per sviluppare potenzialità, idee e risorse di chi vi partecipa.

E? necessario investire sui giovani, su ciò che sono oggi e non che saranno domani, investire su di loro per lo sviluppo del territorio, utilizzando meccanismi di co-progettazione; strutturando lavori in rete e un rapporto tra espressività giovanile e politiche locali.
Non centri diurni giovanili ma cantieri per giovani, officine delle arti, della cultura,
dell?orientamento al lavoro, un bar equo-solidale, spazi-polifunzionale nati dall?aiuto anche di altri soggetti, come associazioni, scuole, famiglie, parrocchie. Fondamentale è la strategia delle connessioni che punti alla qualità, creando dei veri e propri cantieri culturali giovanili dove l?espressività è di casa. Bisogna imparare a rivolgersi al giovane pensando che egli è al tempo presente, non come a colui che un giorno sarà un lavoratore, un adulto; parlare il suo linguaggio, entrare in relazione con lui, ascoltare le sue esigenze, distoglierlo dall?in-dividualismo in cui si sta cadendo per ricondurlo alla via del ventre sociale come officina di cittadini attivi e partecipi alla cosa comune.