II MUNICPIO: Sono ancora le politiche sociali ad infiammare le sedute del Consiglio municipale, dove la maggioranza tenta ormai da mesi di ricomporre, tra le irriducibili accuse dell?opposizione, la vicenda del bando per la gestione del centro di socializzazione ?Spazi Aperti?, che accoglie ragazzi disabili medio lievi. ?Mi chiedo come mai l?interesse delle associazioni per il centro si sia risvegliato così tardivamente ?osserva Laura Sales – accompagnato dalle polemiche sull?inadeguatezza dei servizi, delle infrastrutture e delle attività portate avanti da ?Armonia?. Al bando di concorso ? precisa la Sales ? ha partecipato, e conseguentemente vinto, un?unica associazione, mentre lo stesso ente che aveva gestito in passato il centro si è immediatamente tirato indietro dinanzi ad una riduzione minima dei fondi a disposizione, a fronte di una nuova sede concessa dal Comune di Roma e additata come non regolamentare. Come maggioranza ci rendiamo oggi conto di non essere stati sufficientemente previdenti rispetto soprattutto alla linea di una destra che continua a mostrare leggerezza e opportunismo dinanzi ad un tema sociale quantomeno delicato. Criticare il presente senza aver fatto niente per prevenirlo è davvero una posizione molto comoda?.
VII MUNICIPIO: ?Nella progettazione degli interventi urbanistici che toccano da vicino la vita dei quartieri, è necessario coinvolgere maggiormente i comitati dei cittadini? questo il commento di Cecilia Fannunza a margine delle ultime proposte di riqualificazione per il quadrante dell? ex Centro Carni del Prenestino. ?Il rischio maggiore che corre oggi la politica, anche a livello locale, è quello di una controproducente chiusura nei palazzi, dimenticando completamente la piazza ? continua Cecilia ? Il settimo municipio è interessato attualmente da una numerosa serie di interventi urbanistici: dalle compensazioni dell?Acquedotto Alessandrino, Tor Tre Teste, e della Rustica, fino alla realizzazione della famigerata Prenestina bis e ai progetti di riqualificazione dell?area adiacente l?ex Centro Carni, per la quale negli ultimi giorni ventilava l?ipotesi di trasferire una succursale dell?Accademia di Belle Arti. Se rispetto ad alcune di queste opere la posizione dei comitati è chiaramente contraria, in generale i cittadini lamentano uno scarso coinvolgimento nel processo decisionale, dove si riservano loro consultazioni sporadiche o del tutto inesistenti. Dalla mia personale esperienza di confronto diretto e continuativo con il territorio, traggo la percezione di un desiderio forte di partecipazione dal basso, che la politica lascia troppo spesso inascoltato, salvo poi lamentare la distanza, sempre più grande, tra rappresentanti e rappresentati?. A tale proposito la Fannunza ricorda provocatoriamente l?esistenza di ?un ?Regolamento per l?attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana? per il Comune di Roma, in cui si pone in evidenza non solo la necessità, ma anche la continuità, la strutturazione e la non occasionalità della consultazione territoriale?.
XVIII MUNICIPIO: ?Siamo eritrei, etiopi, sudanesi, tutti richiedenti asilo politico. Non abbiamo un tetto e per questo abbiamo occupato?. Questa la banale, tragica dichiarazione dei trecento immigrati richiedenti asilo politico che lo scorso 10 dicembre si sono trincerati all?interno di una palazzina abbandonata di proprietà della Telecom in via Don Gnocchi (quartiere Boccea), rivendicando il proprio diritto ad una condizione di vita dignitosa.
?Fatti di questo tipo ? ha commentato il consigliere Di Riso ? pongono la politica dinanzi ad interrogativi importanti: se da un lato è assolutamente necessario assicurare legalità e sicurezza ai cittadini, in simili situazioni è impossibile non tener conto del profondo disagio che ha spinto queste persone a compiere un?azione illegale? . Il piccolo esercito di via Don Gnocchi è composto per la maggior parte da giovani provenienti dal Corno d?Africa, tra i quali anche alcuni bambini, quasi tutti in possesso di regolare permesso di soggiorno ottenuto proprio per motivi umanitari. ?Dalla discussione emersa in consiglio municipale ? continua Di Riso- entrambi gli schieramenti sono convenuti nella chiara condanna per l?occupazione abusiva di un edificio che non presenta peraltro i requisiti minimi per essere abitato; ma mi chiedo se il ripristino della legalità, così come ?aprioristicamente? definito dai rappresenti della destra, esaurisca da solo il compito degli amministratori territoriali?. A sfondo della vicenda, che si è conclusa dopo quarantotto ore con lo sgombero da parte delle forze dell?ordine, le accese proteste degli abitanti del residence Bastoggi, in una periferia già duramente provata dalla povertà e dal degrado. ?Un nuovo e triste esempio di guerra tra poveri – conclude Di Riso – le cui ragioni, così come le sue soluzioni, vanno ricercate e affrontate in una prospettiva ben più vasta, che si decida ad incidere sui modelli di sviluppo che reggono le cosi dette società del benessere. Le disuguaglianze sociali che si vanno sempre più consolidando intorno a noi, producono inevitabilmente disagio e conflitto?.