Ad una certa ora della sera, quando i lampioni cominciano ad accendersi e la città si colora di un?aria differente, d?un altro umore, quasi indifferente, molte strade della periferia urbana di Roma come la Cristoforo Colombo, la Palmiro Togliatti e la Salaria, si riempiono di centinaia di ragazzine seminude che vendono per poche decine di euro il loro corpo. Sono quasi tutte straniere che spesso hanno imparato nella nostra lingua solo ad elencare alcuni degli orifizi di cui madre natura le ha fornite. Un elenco lucido e crudo di prestazioni sessuali ammiccate apparentemente con abile professionalità, e a cui fanno seguire un prezzo dettagliato e già stabilito dal mercato della prostituzione.
Agli occhi dei passanti queste ragazzine sono già donne, ed anche se fra loro molte sono ancora solo delle bambine, tecnicamente sono già appetibili e pericolose, eccitanti e volgari. Comunque per la nostra collettività rimangono solo esseri umani ripugnanti che non hanno una propria dignità ma solo uno sporco passatempo da venderci. Donne che, liberamente o schiavizzate, fanno il lavoro più vecchio del mondo e per giunta esentasse. Per i clienti sono solo femmine facili da possedere e gettare via al costo di pochi spiccioli. Per gli sfruttatori, piccoli uomini senza attributi, sono soldi guadagnati falsamente con facilità. Soldi sporchi di dolore, di violenze, di ricatti, di sangue, di meschinità inenarrabili. Soldi in verità guadagnati al caro prezzo di bruciarsi l?anima.
La prostituzione è un problema politicamente ipocrita che assilla e degrada la nostra società ma a cui nessuno pone seriamente un rimedio. Una bruttura non da estirpare al più presto ma solo da far migrare lontano dal proprio onesto e civile quartiere. E questo solo perché al sistema fa ancora comodo. Come la droga, l?alcool, le stragi del sabato notte, il fumo, gli stadi pieni la domenica, l?esibizionismo e le volgarità in televisione, la pornografia dei nostri figli su internet. Valvole di sfogo per migliaia di uomini e donne frustrate da una società sempre più competitiva, arrogante, e lontana da Dio.
Ma tra l?aumento delle tasse, la macchina nuova da comprare, il motorino per i figli, le vacanze da prenotare e il resto del mondo che ci sbatte continuamente in faccia guerre, disastri ecologici e milioni di esseri umani che muoiono di fame, chi ha il tempo di soffermarsi anche solo a pensare a quanto accade dietro l?angolo di casa sua?
Chi ha ancora il tempo per riflettere, soffrire o fare qualcosa per qualche ragazzina dell?est che batte infreddolita sulle nostre strade.
Dopotutto che c?è venuta a fare in Italia, se ne poteva stare a casa sua.
Un problema politicamente ipocrita