?Datemi un migliaio di morti e vi porterò al tavolo delle trattative? è la celebre affermazione del duce al tempo del fascismo, esprimente la sua idea circa la politica e i mezzi per perseguirla. Siamo sicuri che questo lugubre annuncio sia così distante dalle intenzioni sottese all?agire politico delle cosiddette ?democrazie?. Potremo mai sapere le reali motivazioni che hanno spinto le nazioni occidentali a muovere guerra contro l?Afghanista? Dobbiamo accontentarci dalla versione ufficiale propagandata dall?industria culturale, funzionale a tutelare gli interessi delle nazioni belligeranti, di una guerra finalizzata a tutelare la popolazione locale dal dispotismo dei taliban? Nel suo documentario, ?9/11 Fahrenheit?, vincitore del festival di Cannes, Michael Moore afferma che si tratta di un?azione mossa dal rifiuto talebano di rispettare il patto stabilito con la Standar Oil Company, per la costruzione di un metanodotto, che dal Mar Caspio, passando attraverso l?Afghanistan, arrivasse fino alle coste del Pakistan, da dove le navi cisterne americane avrebbero portato il prezioso idrocarburo in patria.
Il grosso scoglio per il perseguimento di qualsiasi obbiettivo strategico, che implichi l?uso della forza militare da parte di una nazione ?democratica?, è dovuto alla presenza dell?opinione pubblica, ossia gli elettori che sostengono i governi occidentali. Per condurre una guerra oggi sono necessari parecchi migliaia di dollari da investire in campagne mediatiche, funzionali a persuadere la popolazione della giustezza e della necessità della guerra, presentata poi sotto varie forme, come polizia internazionale, ecc.
La città di Vicenza, circondata da basi americane, sopra e sottoterra, si risveglia con l?incubo dell?ampliamento di una base statunitense posta in prossimità del centro cittadino. L?opulenta città veneta si sente così colpita nel suo intimo e insorge di fronte alle decisioni imposte dal governo centrale, favorevole all?apertura dei cantieri In particolare se tale opera venisse realizzata si tratterebbe della più grande portaerei terrestre a stelle e strisce presente nel Sud Europa. Forse un avvertimento a non alzare troppo la testa ai governi mediorientali, ?dispensatori di petrolio?, dopo quello fatto ai danni della Russia, con la decisione della Nato di collocare dei missili balistici, in alcuni paesi dell?Est Europa, apparentemente in funzione anti-Iran, ma che tuttavia hanno suscitato le proteste dei Russi, per la minaccia bellica vicino ai propri confini.
Il governo Prodi ha giustificato, in una forma tipica del linguaggio burocratico più che politico, di dovere rispettare gli impegni dei trattati internazionali e che quindi la base vicentina va allargata, senza entrare nel merito di cosa comporti il rispetto di questi trattati, non solo dal punto di vista della convenienza politica ed economica, ma anche delle legittimità morale.
Noi cittadini comuni?. forse difficilmente, potremo conoscere i reali motivi che hanno portato la guerra in Afghanistan o più probabilmente anche se li conoscessimo faremmo finta di nulla, perché ci conviene così. Tuttavia il messaggio implicito, emerso dalla vicenda politica relativa all?allargamento della base, è chiaro: il sostegno, alla politica di conquista militare americana, passa attraverso la realizzazione delle condizioni materiali, affinché tale progetto si realizzi. E? questa di fatto la linea del governo Prodi, scevra da tutte quelle giustificazioni dal sapore spiccatamente ipocrita, sollevate anche da quei partiti cosiddetti cattolici, che pretendono di giustificare moralmente la loro presenza in Parlamento, attraverso la promozione dei valori cristiani nella società. Tuttavia secondo un?accezione evangelica del cristianesimo questi principi sono difficilmente conciliabili con la pratica della guerra, ma tale verità non sembra sconvolgere più di tanto la maggior parte della popolazione.
A quale conclusione ci portano queste osservazioni? I governi democratici sembrano implicitamente avvertire i propri cittadini che lo sviluppo economico è l?espressione di rapporti di forza, che implicano anche lo strumento militare. Tale ?assunto? presuppone quindi l?affermazione di Marx, secondo la quale la competizione capitalista internazionale porta inevitabilmente alla guerra, per la tensione dei soggetti imprenditoriali ad assumere un ruolo monopolista nel mercato mondiale? Un?osservazione che richiama la critica di Tucidide al consueto discorso di fine anno di Pericle agli Ateniesi, secondo la quale alla democrazia interna di Atene, corrisponde un?aggressività esterna funzionale a mantenere il benessere e la pace della polis. Esiste quindi un problema morale di fondo nello sviluppo capitalistico? Per far funzionare la locomotiva del progresso è necessario del combustibile, altrimenti si ferma? E questo combustibile è costituito solo dalle risorse ambientali o anche dalla carne umana, facente parte essa stessa della natura?
Interrogativi che inducono a pensare non solo alla realtà che ci circonda, ma anche internamente a noi stessi, alla nostra coscienza morale. Tuttavia la popolazione di Vicenza dimostra di non voler accettare passivamente il loro o questo macabro destino: i cittadini si sono organizzati per contrastare questo progetto militarista. Il capo gruppo dell?Ulivo al consiglio regionale del Veneto si è autosospeso e parteciperà alla manifestazione contro l?allargamento della base, insieme ai centri sociali, guidati da Casarin, e a molte migliaia di cittadini veneti. Forse la locomotiva del progresso si può fermare o si può cambiare, utilizzando un combustibile più etico e più ecologico? O dobbiamo rassegnarci all?idea che progresso, etica ed ambiente sono difficilmente conciliabili, così come la realtà ci dimostra?