Ho apprezzato molto la sua analisi che ho trovato lucida e abbastanza obbiettiva, solo volevo fare
alcune precisazioni.

Felice afferma che “la disciplina delle convivenze omosessuali non sarebbe stata improponibile, in
forma diretta e piu’ esplicita; ovviamente ferma restando la libertà di ciascuno di ritenerla utile
o dannosa per il bene comune”. Il problema è proprio qui: secondo me sull’argomento DICO i Vescovi
hanno “strillato” tanto proprio perchè dietro c’era tutto il discorso dell’omosessualità… se non
ci fosse stato avrebbero certamente strillato, ma meno.

Anch’io penso che si sarebbe potuto parlare di “disciplina delle convivenze omosessuali” senza
mezzi termini, visto che, al di là di quello che dice la nostra religione, si tratta di diritti
civili che l’Italia sta negando ad una categoria di persone ormai riconosciute come “naturalmente
possibili” (e quindi non curabili) addirittura dalla scienza medica mondiale. Ma attenzione: in
questa seconda ipotesi i Vescovi sarebbero scesi in piazza senza mezzi termini; ed è per questa
assurda soggezione che il governo si è dovuto inventare questa insensata minestra dei DICO. E’ per
tutto ciò che a mio parere i nostri vescovi hanno il dovere, tra i tanti GIUSTAMENTE citati da
Felice, di non essere inopportuni sì da creare una simile soggezione, che, non nascondiamoci dietro
un dito, esiste e come anche a sinistra, soprattutto nella Margherita.

E’ per tali motivi che trovo inopportuno partecipare al Family Day: mi sentirei come la folla sotto
la croce che pungolata dai sacerdoti (che da parte loro interpretavano alla lettera le Sacre
Scritture) gridavano crocifiggilo, crocifiggilo (il gay).

Infine, è corretto e del tutto legittimo che la CEI possa liberamente dire la sua e invitare i
fedeli al confronto (vorrei però capire come io, piccola Sonia, possa parlare con loro per dire la
mia e ascoltare la loro risposta); ma ho trovato inopportuno e offensivo il messaggio troppo
esplicito che hanno mandato ai politici credenti, come se non fossero in grado di operare un
discernimento personale sulla vicenda ed avessero bisogno di una pesante indicazione calata
dall’alto.

Comunque una cosa è certa, la CEI ha già ottenuto ciò che voleva: di disciplina (leggi
riconoscimento) delle convivenze omosessuali in Italia non se ne parlerà per lungo, lungo tempo. I
nostri vescovi possono dormire tranquilli.