Con le prossime elezioni amministrative, il panorama della politica italiana si arricchisce di una nuova figura: Identitatea Romaneasca ? il Partito dei Romeni d’Italia.
Guidato dall?avv. Giancarlo Germani, un italiano sposato con una donna rumena, lo scopo di questo nuovo partito è quello di ?aiutare, sviluppare e provocare la coesione e l’integrazione sociale culturale e politica della comunità romena in Italia?.
Come recita lo statuto:?Il Partito si ispira e si richiama espressamente ai valori del Cristianesimo e riconosce come fondamentali i principi morali e religiosi espressi dalla Chiesa Ortodossa Romena e dalla Chiesa Cattolica e si propone di riaffermare il valore della religiosità e della spiritualità in una società come quella italiana dove il consumismo ed il materialismo hanno si comportato un grande sviluppo economico con un relativo benessere generalizzato, ma hanno anche svuotato la società di quei valori sociali e spirituali che costituiscono il vero senso della vita al di là di una sterile corsa per il possesso di proprietà o beni materiali?.
Inoltre, si vuole svolgere un ruolo di assistenza per i lavoratori rumeni, al fine di inserirli nelle attività produttive ed evitarne ogni tipo di sfruttamento.
Tutto ciò è molto nobile, certo, ma devo ammettere che in alcuni punti noto dei controsensi: organizzare un popolo per rivendicare qualcosa in campagna elettorale non è assistere i cittadini rumeni per migliorare la loro qualità della vita; cercare di mettere insieme un numero elevato di persone al fine di farle contare a livello sociale non è integrazione, poiché non è previsto il confronto, al fine di affrontare insieme i problemi e pianificare un programma omogeneo di sviluppo.
La politica dell?immigrazione va costruita con il popolo italiano, poiché, se ben programmata, questa rappresenta un fortissimo strumento d?integrazione.

Oggi in Italia la popolazione è stanca dell?attuale modo di fare politica, fatto solo dell?esercizio del potere fine a se stesso, mentre noi, con il nostro bisogno di riaffermare politicamente quei diritti che ci sono negati, portiamo una ventata di freschezza in questa politica asfittica: con la nostra forza di volontà e la cultura politica dei partiti italiani, sarà possibile uno sviluppo ed un miglioramento della condizione di noi stranieri, quindi la nostra determinazione dovrà essere indirizzata all?introdurci all?interno degli organi politici e decisionali.
Non dobbiamo creare inutile settorialismo, poiché questo porterebbe ad un ulteriore rafforzamento identitario che creerebbe una maggiore divisione ed una coabitazione ancora più difficile, a causa della diffusa diffidenza ed intolleranza già presente all?interno della società.
Se un cittadino rumeno pensa ad un impiego politico in Italia, dovrebbe farlo all?interno di un organismo italiano, cosa che io ho scelto di fare all?interno della Margherita prima, ed ora nel Partito Democratico, alla cui costruzione sto collaborando come tanti altri stranieri.
Se ci verranno concessi degli spazi all?interno del dibattito politico italiano, solo così sarà possibile la creazione di uno scambio sistematico di idee, ragionamenti, progetti utili al miglioramento della società e di tutte le comunità presenti in Italia.
Insomma: i rumeni che davvero vogliono fare politica, la facciano seriamente e non disprezzando il benessere raggiunto da questo Paese e, soprattutto, non ponendo a capo di un partito identitario rumeno, un italiano.