Dopo la scioccante visione del video trasmesso da tutti i network nazionali, sconcertante secondo l?autorevole voce del Presidente della Camera Bertinotti, dove si vede un fantomatico qualcuno segnare illecitamente una quantità considerevole di schede del Senato del lontano collegio australiano, la domanda sorge spontanea: ma quel giorno di aprile dell?anno scorso a che gioco abbiamo giocato tutti insieme noi italiani?
Se nelle elezioni politiche del 2006, che sancirono la vittoria seppur risicata di Prodi e del centrosinistra, ci furono brogli è giusto allora che la nazione lo sappia ed è appropriato che se ne prendano le dovute misure e gli ovvi distinguo da parte di tutti.
Troppo spesso l?imbarcazione Italia, nella sua lenta e difficile navigazione, si è trovata impegnata nel cercare di svelare gli innumerevoli misteri nostrani per poi inesorabilmente rimanerne imbrigliata nei tanti lacci e laccioli di stampo politico-mafioso-terroristico, facile poi ne viene l?incagliarsi senza vento nelle secche di segretezza ed omertà sparse qua e là nel brodonostrum.
Scoprirne, comunque, almeno di questa storia la verità, renderebbe una forza al paese non indifferente. Una forza che il governo si ritroverebbe in ogni modo tra le mani da gestire, utilizzare, sia che ne rimarrà coinvolto sia che l?imbroglio è solo un caso isolato a quel collegio.
Gestire nella maniera giusta questa vicenda oltre ad evitare d?essere colpita in maniera catastrofica dal boomerang lanciato da Berlusconi, per la maggioranza sarebbe un?enorme iniezione di fiducia che rigenererebbe la sua purtroppo evidente scarsa credibilità.
Ma per fare tutto questo c?è un?unica inevitabile soluzione, peraltro già invocata a gran voce dall?opposizione da più di un anno: aprire un?inchiesta seria, autorevole e veloce che chiarisca definitivamente la vicenda.
E comunque vadano a finire le cose, il governo ha l?occasione giusta per mettere mano ad un cambiamento epocale nella legge elettorale e nel suo meccanismo di voto e di controllo.
Non è più possibile andare ancora avanti con carta e matita, con il bussolotto per contare i voti, con schiere di presidenti e scrutatori troppo fortemente politicizzati, con maratone notturne nei seggi dove il festino è uso e costume, con il ritrovamento di sacchi di schede lasciati agli angoli delle strade, con filmini destabilizzanti come quello australiano.
È evidente che tutto questo è da riformare profondamente e prima della prossima scadenza elettorale. Bisogna ridare credito agli italiani fornendoli di un mezzo moderno ed efficace che dia modo loro di decidere del futuro del proprio paese senza se e senza ma.