Sono felice di condividere con voi le mie ultime due giornate di riflessione in vista della decisione che mi attende sulla candidatura alla segreteria del Partito Democratico. E sono particolarmente lieto di essere qui, a Pescocostanzo, in questa terra generosa che è l?Abruzzo, dove affondano peraltro le mie origini.
Quella che vorrei proporvi oggi è una riflessione sulla politica in una fase particolarmente importante e delicata per la vita del nostro Paese.

Dopo un momento di entusiasmo iniziale intorno al progetto del Partito Democratico, in questi ultimi mesi abbiamo assistito ad un precipitoso declino, alla crescita di un sentimento di antipolitica, che non di rado si è nutrito di luoghi comuni.

Vorrei partire da una mia impressione a proposito della vita politica italiana, di questo Paese che appare come il ?paese degli estremi?: nel senso che siamo abituati a passare, come in questo caso, da un estremo all?altro, senza soluzione di continuità.

Durante la prima Repubblica i nostri partiti si sono caratterizzati per esprimere visioni antitetiche del mondo, vivendo in un confronto aspro, quando non proprio in un clima di conflitto ideologico. In qualche modo l?Italia, dove il Partito Comunista ha a lungo governato intere regioni e dove la stessa Dc non poteva dirsi un partito conservatore in senso stretto, ha rappresentato un?anomalia nel panorama del cosiddetto ?mondo occidentale?.

Dal ?92 si è aperta per la vita politica italiana una lunga fase di transizione, durata praticamente sino ad oggi, che ha visto sopravvivere la nostra anomalia pur in un panorama politico radicalmente cambiato. Abbandonati i grandi scontri ideologici del passato, ci troviamo oggi a confronto con una sorta di minimalismo politico, che ha visto tramontare non semplicemente la carica ideologica caratterizzante i partiti della prima Repubblica, ma anche un?IDEA DI POLITICA INTESA COME AZIONE COLLETTIVA.

Se pensiamo alla storia dei partiti degli ultimi anni, ci accorgiamo di una caratteristica per così dire tipica, che riguarda soprattutto i partiti di destra ma che non esclude neppure quelli di sinistra. Ci troviamo davanti a partiti costruiti intorno ad un leader e che, non di rado, non hanno alcuna possibilità di sopravvivergli. In taluni casi, penso ad esempio all?Udc, non è neppure necessario che il leader corrisponda effettivamente al segretario del partito.
E non si tratta, come si sarebbe tentati di dire, di quel fenomeno di ?personalizzazione del potere? ormai in atto nelle moderne democrazie, noto talvolta anche come ?americanizzazione della politica?.

Se ci guardiamo intorno, nel resto d?Europa, ma anche negli Usa, ci rendiamo conto che, pur in presenza di una leadership forte, I PARTITI POLITICI SONO PUR SEMPRE REALTÀ CONTENDIBILI: LA LADERSHIP SCATURISCE DA UNA COMPETIZIONE TRA PIÙ CANDIDATI, IMPEGNATI IN UN CONFRONTO CHE SERVE PROPRIO DA STIMOLO PER LA CRESCITA DELLE PROPOSTE E DEL PARTITO STESSO.

Nel vocabolario politico italiano il termine ?competizione? sembra avere invece un?accezione quasi del tutto negativa. Personalmente, ritengo che una COMPETIZIONE VIRTUOSA, BASATA CIOÈ SU UN CONFRONTO CORRETTO, APERTO E FRANCO TRA PROPOSTE E CANDIDATI DIVERSI, COSTRUISCA UNO SFORZO UTILE A SPOSTARE IL TRAGUARDO SEMPRE UN METRO PIÙ AVANTI.

È esattamente in ciò che rintraccio l?anomalia italiana, in questa corrispondenza aprioristica tra il partito e il suo leader, che ha finito col risolversi in continue divisioni, dove un candidato perdente è destinato a fondare un nuovo partito, in una storia di scissioni e di frammentazione che non può che avere affetti deleteri per la governabilità di un paese.

Ed è in questo, io credo, che risiede LA GRANDE OPPORTUNITÀ CHE SI PRESENTA CON LA NASCITA DEL PARTITO DEMOCRATICO: UN PARTITO CHE PER LA PRIMA VOLTA SI PROPONE DI FONDERE AL PRORIO INTERNO SINGOLE COMPONENTI, SEMPLIFICANDO LA GEOGRAFIA POLITICA E SCOMPAGINANDO UN SISTEMA CHE IN QUESTI ULTIMI ANNI HA TESO AD UNA CONTINUA COMPLESSIFICAZIONE.

In genere è all?opposizione che maturano e prendono forma le grandi novità destinate a mutare il panorama politico: da una fase di critica e di ripensamento costruttivi. La novità del Partito Democratico consiste anche in questo: due partiti di governo danno vita ad una nuova area politica, destinata a mutare in profondità non solo gli assetti interni al centro-sinistra, ma a tutta la compagine politica italiana, ponendo fine a quella fase di transizione durata sin troppo a lungo e, con essa, a quella ?anomalia? di cui parlavamo poco fa.

L?AVVENTURA DEL PD HA UN SENSO SE CERCA E PERSEGUE IL CAMBIAMENTO.
Pochi giorni fa, un imprenditore del Nord-est mi ha detto: ?Con questo governo non ci siamo capiti sin dall?inizio e continuiamo a non capirci. Ma il Partito Democratico ci interessa?. E? una frase emblematica, che sottolinea il desiderio di nuovo che esprime in questo momento la società italiana.
E tanti dovranno essere gli elementi di novità di questo nuovo partito:

– IL PD DOVRA? AVERE L?OBIETTIVO DI DURARE NEL TEMPO, UN?AMBIZIONE ALMENO VENTENNALE;

– IL PD CONSENTIRA? IL SUPERAMENTO DELLE IDEOLOGIE NOVECENTESCHE, ISPIRANDOSI AD UN?ETICA NUOVA, LAICA, IMPRONTATA SUL CONFRONTO, LA TRASPARENZA, IL RECUPERO DEL RAPPORTO CON LA SOCIETÀ;

– IL PD SARÀ UN LUOGO DI COMPETENZE, IN CUI PERSONE ESPERTE IN DIVERSI AMBITI O SETTORI SIANO DISPONIBILI A METTERE IN RETE LA PROPRIA ESPERIENZA; IN UNA LOGICA DI CONFRONTO E DI COLLABORAZIONE APERTA;

– IL PD SARA? IL LUOGO DELLA COMPETIZIONE VIRTUOSA, INTESA PROPRIO COME ATTO DI ROTTURA RISPETTO ALLE LOGICHE ESISTENTI.

L?ingresso in politica avviene oggi quasi sempre attraverso un meccanismo di cooptazione, una logica perversa per cui ogni nuovo arrivo è scelto e deciso dall?interno del sistema, con il principale obiettivo di mantenere gli equilibri esistenti. E? questa una logica autodistruttiva, che porta non solo ad uno svilimento della politica ma anche delle stesse istituzioni, provocando una frattura netta con la società.
Per questo le prossime primarie dovranno essere un momento di confronto e di discussione aperta tra candidati e cittadini: UNA GRANDE OCCASIONE PER RICONNETTERE LA POLITICA CON LA SOCIETÀ ITALIANA.