di Ishmael Beah. Neri Pozza Editore 2007 – 249 pp
?All?improvviso, come se qualcuno me li sparasse nel cervello, mi
sfilarono
davanti agli occhi tutti i massacri cui avevo assistito da quando avevo
visto la guerra da vicino.
Ogni volta che mi fermavo a cambiare
caricatore e
vedevo i miei due amici privi di vita, miravo verso la palude e
uccidevo
altri uomini.
Sparai a tutto ciò che si muoveva? (p.129).
Mentre in Italia, magari nelle nostre case, molti bambini giocano a
fare la
guerra con video games o fucili di plastica, più di 300.000 minori nel
mondo
stanno combattendo una guerra reale, fatta di odio, violenza e morte.
Un
dramma immenso si consuma in moltissimi Paesi del mondo (Colombia,
Russia,
Sri Lanka, India, Iraq, Rwanda, Liberia, Uganda, per citarne solo
alcuni).
Memorie di un soldato bambino è una storia vera: la vita di Ishmael
Beah,
autore del libro, ex bambino soldato.
Ishmael ha 12 anni, vive in Sierra Leone. Va a scuola ed ha un?enorme
passione: il rap. Affascinati da un gruppo americano visto in
televisione,
lui ed altri bambini hanno fondato una band e vanno in giro a esibirsi
nei
villaggi vicini. Un giorno, proprio mentre sono in uno di questi
villaggi,
li raggiunge la terribile notizia: i ribelli hanno attaccato e
distrutto
Mogbwemo, il loro villaggio. Fino a quel momento della guerra si
sentiva
solo parlare qua e là, sembrava quasi una leggenda. Ora, però, sta
entrando
violentemente nelle loro vite.
I bambini si ritrovano così immersi in un conflitto del quale sanno
poco e
niente: è la guerra civile tra il governo e il ribelli del Fronte
Rivoluzionario Unito (RUF), che dura ormai da quasi 20 anni ed ha
dilaniato
il Paese.
Non potendo tornare a casa a causa del dilagare del conflitto, Ishmael
e gli
altri si ritrovano soli e spaesati. Non hanno idea di dove andare, ma
qualcosa di sicuro sembrano saperla: devono sfuggire sia all?esercito
regolare sia ai ribelli, altrimenti verranno arruolati e dovranno
combattere
una guerra che non appartiene loro.
Dopo tanti momenti difficili, nottate passate sugli alberi per sfuggire
ai
soldati e fughe improvvise, qualcosa di brutto accade a quel gruppo di
bambini: sono presi dall?esercito governativo e fatti prigionieri.
Inizia
così una nuova vita, una vita da soldati: ai bambini insegnano a
sparare, ad
uccidere con una lama, ad odiare il nemico: ?loro hanno ucciso i
vostri
genitori, e voi li dovete vendicare?. Così l?odio entra a forza nel
cuore
di Ishmael e degli altri, che per compiere atti di violenza vengono
sottoposti spesso all?uso di droghe e obbligati ad assistere e scene di
crudeltà estrema.
I minori arruolati nei conflitti diventano veri e propri soldati: sono
sia
vittime che carnefici e, di conseguenza, legittimo obiettivo militare
per i
nemici.
Rimarginare le ferite del corpo e dell?anima è un percorso delicato e
doloroso. Ishmael Beah ce l?ha fatta. Oggi si batte per i diritti delle
bambine e dei bambini soldato.
Per approfondire: www.child-soldiers.org (sito della Coalizione
Internazionale ?Stop using child soldiers?)