Siamo ormai rientrati dalle meritate vacanze estive, prima delle quali ci siamo quasi tutti dilettati in svariate navigate in Internet alla ricerca della meta preferita, condita da tutti i servizi e le informazioni che ritenevamo opportune e necessarie, riuscendo a confezionarci da soli, o quasi, la nostra vacanza su misura. E, come noi, l?hanno fatto molte migliaia di turisti stranieri che sono arrivati in Italia. L?idea di base dell?allora ministro Stanca è stata semplice: creiamo un portale che raccolga tutte le informazioni utili affinché uno straniero organizzi da solo la sua visita nel belpaese. Così, dopo tre anni di sviluppo a fine febbraio 2007 è stato lanciato il portale www.italia.it e nemmeno a farlo apposta si sono subito scatenate le reazioni, negative, dei cittadini della Società dell?Informazione. Le pietre dello scandalo sono tante. Sicuramente l?ingente somma iniziale spesa di 45 milioni di euro (nel frattempo cresciuti a più di 50) ripartita fra Regioni (21 milioni di euro), IBM che ha provveduto alla parte tecnica (7,8), redazione centrale (4 milioni). Quello che resta, 12,2 milioni, dovrebbe essere usato per portare a compimento il sito e promuovere il portale. 100.000 euro sono stati necessari solo per definire il logo. Ma anche gli errori tecnici, l?uso di strumenti di programmazione ormai obsoleti, gli strafalcioni linguistici, soprattutto nelle lingue straniere, il non rispetto delle disposizioni per l?accessibilità web ai disabili, l?idea di raccogliere tutto lo scibile relativo all?Italia diviso per regioni, province e comuni (aspettandosi che gli stranieri conoscano la suddivisione geopolitica italiana), il voler integrare funzioni di prenotazione ed organizzazione in un unico sito, quando ormai ci sono portali molto più specializzati, la pressoché impossibilità di una navigazione assistita e razionale, l?assoluta mancanza di utilità di alcuni servizi (scarne liste di alberghi ma senza informazioni sui prezzi, sulle camere, sui contatti) e l?assurdità di altri (le temperature meteo segnalate non combaciano con quelle reali e di altri siti), la politica di gestione dei contenuti totalmente contraria al concetto di diffusione della conoscenza a causa della quantità e della ristrettezza dei vincoli di diffusione hanno portato diversi gruppi di cittadini a riunirsi per chiedere un rendiconto di quello che è stato fatto, di quello che non è stato fatto ma soprattutto di come sono stati spesi questi benedetti 50 milioni di euro.
La cosa che più infastidisce è che lo Stato italiano continua a non dare spiegazioni o a cercare scappatoie quanto meno poco dignitose per non rispondere a delle lecite domande da parte della popolazione, come la dichiarazione che chi ha redatto la domanda di chiarimenti non si configura come soggetto giuridico atto a ricevere queste informazioni, oppure che la non rispondenza del sito ai criteri legislativi di accessibilità riguarda solo alcune sezioni, ma in realtà vale per tutte le pagine. La comunità degli sviluppatori italiani, punta sul vivo, si è rimboccata le maniche e non mancano esempi di riprogettazione del sito realizzati in pochi giorni, che lo rendono più semplice, snello, efficace e funzionale. Perché non ci sono riusciti i cervelloni in tre anni con 8 milioni di euro? Lo stesso Osservatorio ICT della Margherita si è fatto promotore di iniziative volte a fare un po? più di luce e trasparenza su questo ennesimo risultato italiano.
L?errore di base è stato di voler applicare una mentalità dei siti web ormai desueta ad una realtà completamente diversa e cambiata, quella attuale, senza portare alcun valore aggiunto in più rispetto ad un modesto uso di google assieme a pochi altri siti specializzati (mappe, prenotazione alberghiera, ricerca del miglior volo, ecc.).
Nessuno che voglia puntare al web 2.0 pensa più a realizzare un mastodontico portale-vetrina-brochure che contenga tutto (come se fino ad ora nessuno sia mai riuscito ad organizzarsi una vacanza in Italia autonomamente), ma ha più senso pensare ad un sito che funga da puntatore verso altri già ottimizzati, funzionanti e professionali e soprattutto da collettore delle esperienze dei turisti che in Italia ci sono già stati. Sono queste le vere informazioni che sono difficili da recuperare oggigiorno, sapere se un albergo è facilmente raggiungibile ed affidabile o se un ristorante presta attenzione alle diverse esigenze alimentari dei clienti. Il tutto ovviamente condito da una notevole semplicità di navigazione, poche notizie locali e ben raggiungibili in diverse lingue. Questo sarebbe il migliore specchio possibile della nostra situazione turistica anche per noi ed i nostri amministratori. Il bello, ed economicamente rilevante, è proprio lo scambio di informazioni ricevute dai turisti.
È interessante notare come anche i nostri politici si sono finalmente resi conto che di Internet non si può fare a meno (benvenuti nel XXI secolo!), ma restano ancorati a logiche e mentalità vecchie ormai di 10 anni, un tempo troppo lungo per il web. Sarebbe il caso che venisse lasciato spazio di dialogo alle varie società ed associazioni di cittadini e professionisti, sicuramente più attenti alla situazione reale.
Indubbiamente dal primo rilascio molti passi sono stati fatti per migliorare il sito, seguendo anche le indicazioni della comunità Internet, ma molto resta ancora da fare. Purtroppo la cecità va forse oltre, nel non voler fornire alcuna spiegazione e non nel assumersi le proprie responsabilità nei confronti della cittadinanza. Non ci resta che, ancora una volta, sperare in un rapido ed efficace miglioramento.
Usare male i soldi dei contribuenti. E non volersi giustificare