Sono stati sospesi fino a verifica definitiva gli atti esecutivi inviati dalla società Gerit per le contravvenzioni elevate dagli uffici dell’amministrazione capitolina. La decisione, unanime, è arrivata mercoledì dal Consiglio Comunale, che tenta così di risolvere la vicenda delle cosiddette “multe pazze”. Coinvolti oltre centomila romani, che nella scorsa primavera si erano visti recapitare cartelle esattoriali richiedenti il pagamento di arretrati e multe inevase: dalle contravvenzioni all’Iva, Irpef ed Inps, inclusi bollo auto e canone Rai. Si trattava in molti casi di multe vecchie di anni, già pagate o magari annullate, che hanno scatenato le proteste dei cittadini.
Responsabile dell’invio, accompagnato da perentori avvisi di saldo delle pendenze, è la Gerit, ente riscossore incaricato del recupero dei crediti per conto delle amministrazioni statale e locale.
La mozione approvata dall’aula Giulio Cesare prevede ora che la definizione delle singole situazioni debitorie avvenga attraverso un “avviso bonario” inviato ai cittadini, con l’invito a recarsi presso gli appositi uffici per chiarire la propria posizione.
Allo scopo di prevenire il ripetersi di simili situazioni, il documento impegna l’amministrazione a realizzare un sistema informatizzato che colleghi l’archivio unico comunale con gli uffici del giudice di pace e della prefettura.
Per quanto concerne invece la Gerit, l’assessore al Bilancio Marco Causi ha annunciato il potenziamento del 50 per cento degli sportelli aperti al pubblico, “al fine di
migliorare sia la qualità e i tempi del servizio reso ai cittadini, sia le
condizioni di lavoro dei dipendenti”. A partire da gennaio 2008 le multe
verranno inoltre emesse entro 24 mesi dall’accertamento, non più entro gli
attuali 36 mesi.
A margine della seduta, il presidente della commissione capitolina al Bilancio, Mario Mei, ha espresso “grande soddisfazione” per “il lavoro costruttivo” svolto dall’aula, che nell’occasione ha evitato di “avvilire il dibattito con polemiche strumentali”. Proposto inizialmente dal capogruppo dell’Udc, Dino Gasperini, il documento è stato infatti concordato e riscritto con l’apporto di tutti gruppi.