Da recenti studi delle agenzie immobiliari gli studenti fuorisede (coloro che scelgono di studiare lontano dai luoghi nativi) tengono in piedi l?intero mercato delle città universitarie come per esempio Bologna, Perugia, Urbino, Roma o Napoli tanto per citare le più famose.
Settembre si sa è considerato il ?mese caldo? per l?insediamento di studenti negli appartamenti, e quindi il dato rilevato di recente ha creato non pochi inquietudini da parte dei tartassati che forse grazie a questa nuova condizione potrebbero fare gruppo.
Rientrando nella notizia, confermiamo che i dati non solo parlano di caro-affitti, ma sono la spia della famosa fuga dal sud?eh si purtroppo la parte dell?Italia meno contaminata dall?industrializzazione e anche la parte meno sviluppata cosi che l?aria è buona ma il lavoro non c?è; e se il lavoro non c?è, a che serve studiare in atenei che per forza di cosa non hanno o quantomeno hanno agganci superficiali, con le aziende?
Dai dati del Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) del 2006, gli studenti fuorisede in Italia sono quasi 350.000, la regione che fa registrare la maggior parte di studenti in fuga è la Puglia, seconda la Calabria e terza la Sicilia.
Alla base della fuga c?è ?l?esperienza? nuova seguita a ruota dalla necessità e terzo un?allarmante ?Insofferenza verso i genitori?.
La fuga naturalmente non è solo questione di soldi?molti ragazzi del sud in fuga verso il nord vanno ad incrementare un bacino di lavoratori e professionisti già pieno e piuttosto che tornare da laureati al loro paese preferiscono accontentarsi di paghe più basse e lavori ?fuoritema?.
Da un?indagine di Studenti.it emerge che sette studenti su dieci non tornano indietro?Paolo Citterio, presidente del Gidp (Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale) ammette: ? La fuga di cervelli è la naturale conseguenza dell?assenza di una rete industriale nel meridione. A parte il pubblico impiego, ci sono anche poche opportunità di lavorare in aziende private ed è naturale che chi ha certe ambizioni fugga? continua poi rincarando a mio avviso finalmente la dose : ?Al sud c?è un modo di intendere l?industria in maniera molto patriarcale, con il fondatore che preferisce fidarsi di persone a lui vicine, soprattutto nella famiglia che magari non hanno neanche il massimo dei titoli di studio, piuttosto che investire in giovani laureati che potrebbero contribuire ad elevare la qualità dell?azienda?.
Insomma uno studente è come un diamante?ma se fosse come diceva De andrè? Dai diamanti non nasce niente?