Non avremo sviluppo senza sicurezza,
non avremo sicurezza senza sviluppo,
e non avremo né l?uno né l?altra senza rispetto per i diritti umani.
Se queste cause non avanzano, niente avrà successo?
(Kofi Annan)

Da qui al 2015…

Portiamo al dibattito queste tematiche, perché ci vuole l?impegno costante di tutti. Perché le conquiste della società non sono raggiunte una volta per sempre. Perché le nostre istituzioni vanno messe in moto ogni giorno, se no i loro muscoli perdono di tono. Ci vuole azione POLITICA in senso ampio e stretto. Occuparci dei grandi temi, tutti e ognuno di noi e non solo gli addetti ai lavori, è vitale per la partecipazione, il buon governo, la lotta alla corruzione, per lo sviluppo, insomma per una vita con dignità.

Noi, Emily e Camillo, siamo una coppia attiva in Africa dove abbiamo vissuto e lavorato per più di venti anni per lo sviluppo umano, sociale ed economico. Siamo testimoni di tanti, enormi sforzi. Prima di tutto, gli sforzi di chi è povero e rischia continuamente di scivolare nella categoria dei miserabili. Stiamo parlando dello sforzo quotidiano di quasi tre miliardi di persone, metà degli esseri umani su questa terra, che vivono con meno di uno o due dollari / giorno. E poi c?é l?impegno degli organismi internazionali, dei governi, della società civile, delle missioni, di ogni singolo che dà un contributo nel ?fund raising? della sua associazione, della sua parrocchia, di un canale televisivo…

Ci sono persone concrete, a tutti i livelli di responsabilità, che dedicano la vita per uno sviluppo equo, per la pace e la sicurezza di tutti. Possiamo essere orgogliosi delle conquiste che la comunità umana ha fatto in termini di visione chiaramente espressa anche attraverso meccanismi istituzionali, dichiarazioni e trattati internazionali e relativi impegni nazionali.

Abbiamo tutto per fare bene il bene. C?é l?apparato istituzionale. C?é la volontà della gente. Eppure, pace e sicurezza sono sfidate in modo palpabile, troppo palpabile, troppo vicino, troppo minaccioso. Noi sappiamo il perché. Lo sappiamo perché ce lo dicono le grandi religioni e la chiesa cattolica, perché l?abbiamo proclamato chiaramente, dopo la seconda guerra, nella carta dei diritti umani (http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm), lo sappiamo perché ci viene proprio dalle viscere: non c?é pace senza giustizia e tanta ingiustizia è pericolosa. Come ha detto Kofi Annan nel 2000 in ?We the Peoples?, se immaginiamo il nostro mondo come un villaggio globale con 1000 abitanti, solo 200 di loro dispongono dell?86% della ricchezza. Come può reggere tutto ciò?!?

Siamo 6 miliardi su questa terra. Secondo la Banca Mondiale e le Nazioni Unite, 2,8 miliardi vivono con meno di due dollari al giorno e di essi 1,2 con meno di uno. A questa povertà dobbiamo aggiungere la povertà di casa nostra, cioè la povertà di chi vive senza accesso a quelle condizioni considerate minime per paesi come l?Italia e rimane colpito nella sua dignità, autostima e fiducia.

Come l?uomo non vive di solo pane, così la povertà non è solo economica. La povertà è mancanza di voce, è non poter decidere sulla propria vita, è assoluta vulnerabilità davanti alle avversità della vita, malattie, crisi economiche e catastrofi naturali, insomma, la povertà colpisce la dignità umana di tutti gli uomini, di chi è povero ma anche di chi si considera ?in salvo?.

Nel 2000, dopo il Summit Mondiale sullo Sviluppo, si adotta l?Agenda 2015 che include i ?Millenium Development Goals? ? MDG (le mete del millennio per lo sviluppo). Sono otto mete chiaramente espresse e volte a dimezzare la cosiddetta ?povertà assoluta? di quel miliardo e passa che vive con meno di un dollaro al giorno. L?Agenda 2015 è uno strumento di trasparenza che permette a tutti di vedere come le cose vanno e di dibattere sul perché. L?Agenda 2015 è anche un ottimo strumento di partecipazione politica attiva perché operatori e politici possono rendicontare in un linguaggio semplice e i cittadini possono reagire in modo consapevole.

Approfittiamo di ?Amici per la città? perché lo vogliamo uno strumento dinamico di partecipazione politica e lo usiamo come l?antica AGORA? dove si sente l?obbligo di farsi avanti, parlare ai concittadini che passano, distratti e no, dei temi che ci stanno a cuore e sui quali si intende mobilitare l?attenzione e l?azione. E che agorà sia, e che si dia via libera agli sbuffi, reazioni, provocazioni, interventi, battute e pernacchie dei presenti. Perché é vitale essere presenti all? agorà!!

Nelle prossime lettere vogliamo approfondire il discorso, entrare nello specifico, dare più informazione sull?Agenda 2015, avvicinarsi alle contraddizioni e mettere il dito sulla ferita principale, il deficit da colmare. Ci vuole più politica!