Il settimanale Famiglia Cristiana ha pubblicato nei giorni scorsi un interessante sondaggio sul rapporto tra i giovani e la politica. Il quadro che emerge non è certamente confortante. Cresce, infatti, la disaffezione dei giovani: il 61 per cento si dichiara poco o per nulla interessato alle vicende politiche in generale e il 90 per cento poco o per nulla soddisfatto dell’operato dei politici italiani perché ?fanno solo i loro interessi? (54 per cento) e ?hanno troppi privilegi” (25 per cento). Un dato pesante anche se mitigato da risultati un po’ più confortanti sull’interesse per la politica dove i molto interessati risultano l’8%, abbastanza il 31%, poco il 43 e per nulla il 18%.
I giovani – questa è la lettura fatta da Famiglia Cristiana – dicono ?basta con la casta?. Non ci credono più. Sono insoddisfatti, delusi. Vorrebbero risposte concrete ai loro problemi, soprattutto il lavoro, ma vedono sempre le stesse facce. Il quadro che si delinea nei risultati della indagine è quello di un mondo giovanile lontano dalle logiche politiche tradizionali, in cui l’interesse personale e il gradimento verso l’operato della politica sono entrambi scarsi.
Se è comunque vero che esistono ancora giovani interessati alla politica, la maggior parte degli under 30 sbandiera disinteresse verso queste tematiche, atteggiamento giustificato soprattutto con la convinzione che la classe politica sia un mondo ?autoreferenziale? che persegue in maniera autonoma i propri scopi: la quasi totalità degli intervistati ? un campione rappresentativo della popolazione italiana in età tra i 16 e i 29 anni ? pensa che i politici dovrebbero essere più controllati, che dovrebbe esserci più ricambio e che i politici fanno i propri interessi. Siamo quindi vicini all’idea che i politici rappresentino una vera e propria ?casta?.
In questo quadro è curioso che i due personaggi che raccolgono maggior fiducia tra i giovani siano il nostro massimo rappresentante istituzionale, Giorgio Napolitano (73%), e quello che viene visto da molti come il capofila dell’antipolitica, Beppe Grillo (56%). Non si tratta quindi di scarsa fiducia nelle istituzioni, come dimostrano anche i buoni punteggi registrati da Unione Europea (75%), forze dell’ordine (75%) e scuola (72%), quanto di una radicata diffidenza verso i ”professionisti della politica”. Quello che invece preoccupa gli intervistati sono le incertezze e le incognite del mondo del lavoro ed è soprattutto su questo campo che i giovani aspettano risposte concrete dalla politica. Il lavoro è considerato così prioritario da venire indicato come il valore più importante da difendere (56%), con la famiglia (48%) e la sicurezza (31%); si delinea quindi il desiderio da parte delle nuove generazioni di poter raggiungere sicurezza e stabilità economica per il proprio nucleo familiare, mettendo in soffitta le grandi utopie e le aspirazioni di cambiamento.
Ma che ne pensano i diretti interessati? Per Stefania Prestigiacomo, ex ministro del Governo Berlusconi, ?occorre svecchiare la politica, utilizzare un linguaggio più semplice, trovare soluzioni ai problemi. E anche noi di Forza Italia, che pure abbiamo svecchiato più di tanti altri, dobbiamo fornire stimoli nuovi, valori ed eroi positivi?.
Enrico Letta, sottosegretario del Governo Prodi, propone una ?rivoluzione verde? per cambiare la classe dirigente del Paese: «È l?unica strada percorribile per riportare i giovani all?impegno in politica, quando per politica intendiamo il vero significato del termine greco e cioè occuparsi delle cose della città, problemi e soluzioni, non furori ideologici. Il sondaggio di Famiglia Cristiana fa riflettere, ma contrariamente a chi crede che la partita sia persa io dico che, invece, se si cambia, anche attraverso regole come quella della quota obbligatoria, possiamo far entrare non solo nella politica ma in tutti i settori della società nuove leve più attrezzate alla guida del mondo moderno».
Anche il Forum Nazionale dei Giovani, organismo che rappresenta circa 4 milioni di giovani appartenenti a oltre 60 associazioni giovanili, ha commentato l’inchiesta del settimanale paolino. ?Trovo confortante il dato del 40%, riportato nell’inchiesta, sull’interessamento dei giovani alla politica – ha affermato il portavoce Cristian Carrara – mi sembra un numero assolutamente significativo in un Paese dove si continua a sostenere che i giovani sono disinteressati e fuori dalla realtà?. ?A mio avviso – ha proseguito – i ragazzi tentano di seguire e partecipare con entusiasmo anche se disorientati da una politica da cui è difficile percepire quale futuro sta cercando il nostro Paese?. Da mettere in risalto, sempre secondo Carrara, è ?l’incapacità di questa politica a intercettare i bisogni e le esigenze dei giovani?. Una conferma positiva è ?l’interesse ai valori che i giovani ritengono prioritari e vogliono salvaguardare e che, allo stesso momento però, vengono percepiti come i valori più a rischio: la famiglia e il lavoro. I giovani – ha concluso il portavoce del Forum nazionale dei giovani – cercano nuove figure carismatiche, sicuramente di rottura con il trend attuale ma che siano serie e preparate, non solo agitatori di popolo?.