In Eritrea avevo frequentato le scuole italiane, mi sono diplomato al liceo scientifico. Continuare gli studi in Italia non era, inizialmente, nei miei progetti: ma la situazione politica nel mio paese degenerava e mi sono trovato davanti all?urgenza di partire. Appena arrivato in Italia, mi sono iscritto all?università, alla facoltà di Lingue e Letterature Moderne. Il mio titolo di studio è stato automaticamente riconosciuto, visto che la mia scuola in Eritrea era una statale italiana.
Se in Eritrea avevo la possibilità di fare soltanto lo studente, in Italia ho dovuto trovare dei lavori saltuari, per pagarmi gli studi: ho lavorato in un?officina, ho lavorato nella ristorazione, ho fatto un po? di tutto. Talvolta venivo al Centro Astalli per accompagnare miei connazionali in difficoltà. In un primo momento erano degli amici, che mi chiedevano di aiutarli visto il mio buon italiano. Poi ho iniziato a conoscere meglio il Centro, i servizi che offre e le persone che ci lavorano. A quel punto ho preso l?abitudine di passare ogni tanto a dare una mano, come volontario, specialmente per l?ambulatorio.
Quando il Centro Astalli ha organizzato la prima edizione del corso per operatore socio-assistenziale, mi è parso naturale iscrivermi. Volevo dare ordine alle varie nozioni che avevo acquisito sul campo, ma anche in qualche modo ufficializzarle, vederle riconosciute in un titolo professionale. L?esperienza del corso è stata certamente utile, perché mi ha permesso di approfondire molte conoscenze e anche di mettere meglio a fuoco la figura professionale del mediatore. Un aspetto importante è stato certamente trovarmi in classe con persone di una ventina di nazionalità diverse: ho conosciuto esperienze diverse dalla mia e una quantità di prospettive e punti di vista nuovi.

Adesso lavoro all?ambulatorio del Centro Astalli: mi occupo di fare mediazione culturale e interpretariato in particolare per i pazienti che vengono dell?Eritrea e dall?Etiopia, o a volte per persone di altre nazionalità che parlano inglese. Spesso accompagno i pazienti in strutture sanitarie pubbliche, oppure in ospedale.
Per operare in un servizio di questo tipo bisogna soprattutto essere portati ad ascoltare le persone: fin da quando frequentavo l?ambulatorio come volontario, notavo che molte delle persone che arrivavano avevano difficoltà ad esprimere in italiano quello di cui avevano bisogno. Quando una persona ha un problema importante e urgente e non riesce a farsi capire da chi potrebbe aiutarlo, la situazione può diventare molto frustrante e difficile sia per chi parla che per chi ascolta. Tra l?altro in certi ambiti, come nella sanità, bisogna essere molto precisi: chi sta male deve far capire esattamente al medico cos?ha, non si può approssimare o tralasciare informazioni che potrebbero essere preziose. La consapevolezza di questo bisogno quotidiano e urgente di molti, miei connazionali o provenienti da altri paesi, mi ha spinto ad andare fino in fondo in questo lavoro.

La formazione lavoro al Centro Astalli

Vengono da più di venti paesi, ciascuno ha un?esperienza diversa alle spalle, ma sono accomunati dal desiderio di lavorare in modo professionale nei servizi all?immigrazione: i 23 frequentanti del corso di qualifica professionale per ?Esperto Operatore Socio Assistenziale? finanziato dalla Regione Lazio e organizzato dal Centro Astalli hanno superato brillantemente l?esame finale. Dopo 400 ore di lezioni teoriche e un tirocinio di 100 ore presso associazioni del terzo settore in tutta Italia, questi giovani immigrati non vedono l?ora di mettere in pratica quello che hanno imparato. Qualcuno ne ha già la possibilità: l?esperienza del tirocinio è diventata per alcuni corsisti un lavoro vero e proprio.