“Per noi sarebbe importante dal punto di vista simbolico e politico impegnare i candidati premier anche se in Italia c’è, rispetto ad altri paesi europei, un gap molto grande tra i programmi politici e la loro realizzazione?
Marina Ponti
Responsabile Europea per la Campagna Internazionale delle Nazioni Unite per gli Obiettivi del Millennio (Millennium Development Goals ? MDGs)
Gli Obiettivi e l?impegno
Come italiani stiamo attraversando un periodo travagliato che potrebbe anche giustificare un guardare con ansia solo ai ?nostri? problemi. Un periodo in cui i ?grandi temi? come quello della povertà mondiale non trovano spazio in mezzo alle nostre tante miserie di casa. Noi invece pensiamo che la povertà mondiale fa parte delle nostre miserie. Inoltre vogliamo sempre mantenere vivo l?orgoglio di una nazione che è membro del G7 e che sappia rispettare, anche con momenti di dubbi e fatiche, i suoi obblighi internazionali come tutte le nazioni del mondo civile.
Il 7 Febbraio scorso è stato aperto a Roma l?Ufficio Regionale per l?Europa della Campagna Internazionale delle Nazioni Unite per gli MDGs, vedi endpoverty2015. Marina Ponti, Vice-Direttore della campagna internazionale, assume la posizione della direzione dell?Ufficio Regionale per l?Europa, dunque con sede a Roma. Nairobi è la sede dell?ufficio per l?Africa e Bangkok per l?Asia.
Il 13 Febbraio, i sindacati hanno siglato un accordo con la Campagna per una sua attiva promozione in Lombardia, vedi endpoverty2015-italian support
La responsabile europea per la Campagna chiederà un incontro con i candidati premier alle elezioni italiane del prossimo Aprile per verificare l’impegno a sostenere gli obiettivi della lotta alla povertà nel mondo. Vedi vita.
“Per noi sarebbe importante dal punto di vista simbolico e politico impegnare i candidati premier – ha detto la dirigente dell’ONU – Anche se in Italia c’è, rispetto ad altri paesi europei, un gap molto grande tra i programmi politici e la loro realizzazione? Nonostante gli impegni assunti sia in sede Onu che nell’Unione Europea, l’Italia contribuisce all’aiuto pubblico allo sviluppo soltanto con lo 0,19% del proprio Prodotto Interno Lordo (PIL), meno della media europea (0,35%) e decisamente sotto lo 0,7%, obiettivo fissato globalmente.
Quando abbiamo inviato la nostra prima lettera nel Novembre 2007 – vedi Amici per la Città – lo abbiamo fatto convinti che questi temi taglino trasversalmente le frontiere dei singoli partiti e che tutta la società e la politica si devono stringere attorno ad essi, dibattere, impegnarsi, lavorare, rendicontare. Quindi, uniamo la nostra voce alla campagna ed appoggiamo Marina Ponti nel suo sforzo di portare i politici a prendere degli impegni chiari durante la campagna elettorale e a lavorare per implementarli.
Siamo a metà strada del faticoso cammino per raggiungere gli otto obiettivi del millennio (vedi tabella annessa) fissati nel 2000 come Agenda 2015.
Al momento del lancio, l?allora Segretario Generale delle Nazioni Unite, K. Annan, ammoniva:
??non possiamo farcela da un giorno all?altro. Ci vuole tempo per formare gli insegnanti, gli infermieri, gli ingegneri?per costruire strade, scuole ed ospedali, per sviluppare piccoli e grandi imprese capaci di creare lavoro e reddito. Perciò dobbiamo iniziare ora. E dobbiamo più che raddoppiare l?aiuto allo sviluppo nei prossimi anni.? Perentoria la conclusione: ?Abbiamo tempo per raggiungere i MDG, ma solo se rompiamo il ?business as usual?.
In altre parole: uscire dall?ordinario, mettere in campo forze e risorse straordinarie per otto straordinarie sfide.
Ma, sta andando veramente così?
In Asia il numero di poveri che vivono con meno di un dollaro al giorno è sceso di 250 milioni, ma in America Latina i progressi non sono altrettanto buoni, tanto che attualmente la percentuale di poveri in quel continente è più alta che nel Sud Est Asiatico. Rimane drammaticamente grave la situazione in Africa dove il numero dei poveri continua ad aumentare in termini assoluti rimanendo invariato in percentuale (44%). Circa 850 milioni di persone nel mondo continuano a soffrire la fame ogni giorno. L?Educazione registra miglioramenti sensibili (86% di bambini iscritti alle scuole primarie), ma le disparità tra maschi e femmine rimangono molto alte.
E allora, cosa vuol dire rompere il ?business as usual?? Cosa e chi può fare la differenza? Ci vogliono più finanziamenti, questo è chiaro. L?Italia, su questo piano sta decisamente male. Oggi dà molto meno del dovuto. Ma bastano solo i soldi? Eh no !! Non bastano. Dall? inizio abbiamo messo tanto di titolo per dire che i mezzi da soli non fanno la differenza. Ci vuole la politica. Ci vuole l?impegno dei cittadini. Ci vuole lavoro per rispettare ed implementare la Dichiarazione di Parigi sull?Efficacia degli Aiuti. Vedi oecd. L?Italia come sistema, cittadini ed istituzioni, assumerà un ruolo attivo nel buon governo dello sviluppo internazionale? Sarà messa in campo la massa critica, si prenderanno gli impegni, si farà monitoraggio con rigore? Purtroppo la cooperazione italiana, un tempo significativamente presente e con una certa qualità, sembra essere sempre più povera di idee, di energie, di spinte ideali ed innovative.
Dobbiamo impegnarci per una presenza attiva e una partecipazione significativa della gente. Insomma ci vuole il Buon Governo. E su questo vogliamo parlare, far parlare e far fare. Quindi torneremo presto a scrivervi.
Annesso
Ma? quali sono gli otto MDG che costituiscono l?Agenda 2015? La tabella qui sotto li traduce e riporta pressoché integralmente. Essi sono otto obiettivi che formano un piano maestro concordato da tutti i paesi del mondo e tutte le principali istituzioni internazionali che ne governano lo sviluppo globale.
Tabella: MDG – Millennium Development Goals / Gli obiettivi di sviluppo del millennio
1. Sradicare la povertà estrema e la fame
? Dimezzare la proporzione di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno
? Dimezzare la proporzione di persone che soffrono la fame
2. Educazione primaria per tutti
? Garantire che tutti i ragazzi e le ragazze completino i corsi dell?educazione primaria.
? 3. Promuovere l?uguaglian-za tra i generi e l?auto-determinazione delle donne
Eliminare le disparità tra i generi nell?educazione primaria e secondaria entro il 2005 ed a tutti i livelli entro il 2015.
4. Ridurre la mortalità infantile
? Ridurre di 2/3 il tasso di mortalità infantile tra i bambini sotto i 5 anni.
5. Migliorare la salute delle madri
? Ridurre di 3/4 il tasso di mortalità delle madri.
6. Combattere l? HIV/AIDS, la malaria e altre malattie
? Bloccare la diffusione dell?AIDS.
? Bloccare e ridurre l?incidenza della malaria e delle altre maggiori malattie.
7. Assicurare la sostenibilità dell?ambiente
? Integrare i principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e programmi dei paesi e ridurre la perdita delle risorse naturali.
? Dimezzare la proporzione di persone senza accesso ad acqua potabile.
? Migliorare significativa-mente le condizioni di vita di almeno 100 milioni di baraccati entro il 2020.
8. Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo
? Sviluppare un sistema commerciale e finanziario aperto, basato su regole certe, non arbitrarie e discriminatorie, impegnato al buon governo, allo sviluppo ed alla lotta alla povertà, nazionalmente ed internazionalmente.
? Rivolgersi ai particolare bisogni dei paesi più poveri, includendo il libero accesso dei loro prodotti sul mercato, la cancellazione del debito dei paesi più poveri ed una più generosa assistenza allo sviluppo.
? Particolare attenzione ai bisogni dei paesi senza sbocco al mare ed ai piccoli stati insulari.
? Sviluppare forme di lavoro decenti e produttive per i giovani.
? In cooperazione con le case farmaceutiche garantire l?accesso a prezzi modici dei farmaci essenziali.
? In cooperazione con il settore privato rendere disponibili i benefici delle nuove tecnologie, particolarmente nel settore della informazione e comunicazione.