L?unica cosa che è disposto a dire riguardo al suo passato è che in Colombia faceva parte della squadra delle guardie del corpo di un uomo politico molto in vista: quel lavoro e quella persona sono state la sua condanna, obbligandolo a scappare all?improvviso dal suo paese.
Il suo avvocato lo ha messo un giorno davanti a una dura e incredibile realtà: ?Devi scappare da qui, hai tutte le carte per chiedere asilo politico in Europa: scappa, credimi. È l?unica cosa che ti rimane da fare, non hai alternative?.
Dopo averci pensato e ripensato, ha preso il passaporto e qualche vestito che gli sarebbe servito per i primi tempi in un paese straniero. ?Sebbene sapessi di dover andare in uno stato europeo, non avevo assolutamente idea allora di quale sarebbe stata la destinazione finale della mia fuga dalla Colombia?.
Ho cominciato quasi per caso a valutare la possibilità di arrivare in Italia: ?In fondo, la lingua non è poi così diversa?. Per quello che aveva sentito dire in giro, non era impossibile ottenere lo status, ovviamente per chi avesse le ?carte in regola? per ottenerlo.
Quando è atterrato a Roma, all?aeroporto di Fiumicino, sapeva bene cosa fare: doveva chiede l?asilo politico.
Arrivato a Roma le prime persone italiane con cui ha avuto a che fare sono stati dei poliziotti in divisa. Questo è stato il primo trauma, era angosciato da un?idea fissa: ?queste persone avranno dei contatti con i miei carnefici colombiani? Quando presenterò la domanda d?asilo, questi poliziotti contatteranno il mio Paese per dire a chi mi cerca che sono scappato in Italia e che devono venire a prendermi? ?. La paura era tanta, ma A. sapeva che la richiesta d?asilo era l?unico modo per salvarsi la vita e non tornare in Colombia mai più.
Alcuni connazionali conosciuti in giro per la città gli avevano consigliato di rivolgersi al Centro Astalli: lì qualcuno gli avrebbe spiegato tutta la procedura e gli avrebbero, forse, trovato un tetto sotto cui dormire per un periodo limitato. ?E così ho fatto: mi sono rivolto allo sportello legale e mi hanno detto di andare in Questura?. Di nuovo polizia, di nuovo uomini in uniforme.
A maggio, dopo 2 mesi dalla presentazione della domanda, è stato convocato dalla commissione territoriale di Roma per l?audizione. ?L?intervista si è svolta in spagnolo e avevo un interprete. La durata è stata circa un?ora e la commissione mi ha fatto parlare, interrompendomi di tanto in tanto per farmi delle domande relativamente a quello che stavo raccontando. Avevo con me della documentazione che dimostrava la mia persecuzione personale in Colombia, dovuta alla mia posizione lavorativa. Ho avuto modo di mostrare questi documenti e la commissione, composta da cinque membri, mi chiedeva spesso di approfondire o ripetere alcuni particolari?.
Dopo più di un mese ha ricevuto la notifica dell?esito dell?esame della sua domanda di asilo: ?Non mi avevano riconosciuto lo status di rifugiato. Sono convinto che sia stato a causa della mia testimonianza confusa e disordinata. Forse hanno pensato che l?avevo inventata?.
Al momento della notifica del diniego gli hanno ritirato il permesso di soggiorno per richiesta d?asilo. Così trovare un lavoro regolare non è possibile: ha fatto lavori saltuari come cameriere, lavapiatti, muratore, tutti senza contratto.
?Oggi, dopo qualche mese dalla notifica del diniego e, dunque, da uno dei momenti più difficili della mia vita, qualcuno riempie di gioia la mia vita e le mie giornate, dandomi la forza di andare avanti?. È la sua bambina di appena 20 giorni. Mostra fiero una foto di sua figlia sul cellulare, accennando un sorriso. ?Per fortuna la sua mamma ha il permesso di soggiorno?.
Questa testimonianza rientra tra i casi studio della ricerca ?Presenze Trasparenti? che la Fondazione Centro Astalli in collaborazione con un gruppo di associazioni tra cui la Caritas Diocesana e la Federazione delle Chiese Evangeliche sta conducendo per monitorare le condizioni di vita nel Lazio di chi non ottiene il riconoscimento dello status di rifugiato (i cosiddetti diniegati). I risultati della ricerca verranno resi pubblici prima dell?estate 2008.