Dicevo ad un amico, la sera dei primi risultati elettorali, mentre aspettavo una pizza: ?Mi sembra di essere tornato ai tempi del liceo?. Ho frequentato il liceo classico all?Augusto di Roma, ormai 38 anni fa (ahimé!). La mattina era una consuetudine scontrarsi ? non necessariamente scontro fisico, ma anche solo ideologico – coi fascisti della vicina sede di via Noto. Al comune di Roma c?era la peggior DC con il peggior centrosinistra palazzinaro, che aveva già consumato il secondo ?sacco di Roma? dopo quello del 1527. Al Governo non era diverso: Rumor teorizzava gli opposti estremismi e la sinistra col P.C.I. era forza importante nei numeri, ma fondamentalmente ?out? dalle stanze di comando, quindi una grande forza, ma marginale, di rappresentanza dei lavoratori.
Quel clima mi sembra di respirarlo ancor oggi: cupo, opprimente, dove ti rendi conto di far di nuovo parte di quelli che ?non contano?, di essere tornato forza di rappresentanza. Ma a differenza di oggi, allora esisteva un fermento culturale (proliferazione di teatri di avanguardia, piccoli cinema d?essai) e di idee (molto nette, schierate, in collisione, e quindi in continua dialettica), una tensione al rinnovamento, una consapevolezza nell?affermazione dei propri diritti (tra noi studenti, nella fabbriche, tra le donne) che oggi non vedo e che non mi lascia ben sperare per un futuro diverso. Sarò troppo pessimista? Sto mitizzando il passato, solo perché legato alla mia gioventù?
Come si è giunti a questo punto? Lo spiegherei, estrapolando tra i tanti, come esempi, tre temi: la cultura, il degrado, la sicurezza.

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La cultura.
Mia figlia ha 17 anni. Va bene a scuola, perché studia quello che le danno da studiare, ma non ha una ?sua? cultura ?parallela? a quella scolastica, si impegna nel consiglio di classe, partecipa alle riunioni di scuola. Non ha mai partecipato ad una manifestazione. A volte mi ripenso alla sua età: amavo il teatro (avevo già scritto già sette commedie), conoscevo benissimo le avanguardie storiche, i surrealisti, gli espressionisti tedeschi, che a scuola non avremmo mai studiato. Dei programmi scolastici conoscevo, di contro, molto poco, detestavo i poeti italiani, avevo una coscienza politica, in base alla quale discriminavo e sceglievo amicizie e amori. Mia figlia ha invece un?idea politica molto approssimativa, di vaga sinistra. A casa parliamo di quello che succede in Italia e nel mondo. Ma tutto resta ?altro?, non diventa ?comportamento? o ?ideologia?: anche i problemi sociali vengono vissuti in maniera ?televisiva?, come facenti parte di un mondo alieno, finto, ancora troppo lontano per misurarcisi direttamente. L?idea che mi sono fatto di questa generazione, mia figlia come anche le sue amiche, è che questi ragazzi vivono alla giornata, palleggiati tra studio e TV, assorbendo ?inconsapevoli- modelli di vita sociale e relazionale mediati da programmi ?cult? (come Amici) senza sobbalzi ideali, senza orizzonti prospettici di lungo respiro, nell?ovatta di una famiglia che troppo concede e che con ciò tende a smorzare la durezza del contatto diretto con i problemi quotidiani ?esterni? (considerati estranei) e comunque tutti mediati dalla TV. Alla mia domanda ?Se avessi 18 anni chi avresti votato??, mi ha risposto sbrigativamente ?E che ne so. Quando avrò 18 anni ci penserò?. E? la filosofia di Rossella O? Hara in Via col Vento: ?Oggi non ci penso, ci penserò domani?. Ma è anche il modo mediato di vivere come se si stesse vedendo un programma TV: adesso guardo questo, quando finisce, dopo, ne guardo un altro: la vita come zapping.
E? questa la grande rivoluzione, il più grande danno del berlusconismo: è l?Homo Televisivus. Che non è né di destra né di sinistra, ma vive di stereotipi non prospettici. Quanto la televisione ha involuto le coscienze giovanili e non solo giovanili? Ha creato finti modelli di vita? Ha disabituato le coscienze alla riflessione critica? Ha creato greggi di elettorato, inconsapevole del suo stesso stato di gregge?
La sinistra è in grado di opporre propri valori distintivi, alternativi, metabolizzati in comportamenti o modelli conseguenti? Penso di no ed è questo uno dei fattori della sconfitta. Questa mancanza di una cultura che si fa comportamento, identità di valori, ha fatto sì che, senza tanti problemi, si sia potuto votare Alemanno al comune e Zingaretti alla provincia.

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La sicurezza e il degrado.
Sul tema della sicurezza e dell?immigrazione ? è opinione comune, anche la mia ? che la sinistra abbia perso la guida del Paese e poi di Roma.
Domenica, alle comunali, il ragazzo di mia figlia, che alle politiche ha votato per Di Pietro, ha votato Alemanno ?perché a Roma ci sono troppi zingari?. Detta così questa motivazione mi ha fatto imbestialire, ma guardiamola dal di dentro.
Tre esempi sintomatici:

Il primo.
Un mio amico, sposato con una ragazza rumena, ha ospitato dei suoi parenti. Questi signori ? rumeni – mi hanno raccontato di aver preso il treno e nello scompartimento c?erano degli zingari. Arriva il controllore e nessuno ha il biglietto. Il controllore se ne va e non emette nessun verbale. Al ritorno viaggiano nello scompartimento con un ragazzo, militare. Arriva il controllore e questo ragazzo, che non ha fatto in tempo a fare il biglietto, si prende una forte multa. Mi chiedono, (persino loro, rumeni!): ?Ma che razza di Paese è il vostro che non è in grado di far rispettare le regole? E poi quanti zingari! abbiamo visto più Rom qui da voi che in Romania!?

Il secondo.
Una signora si lamentava l?altro giorno su un giornale free press, che a casa sua , situata in un?area sotto tutela archeologica, le è stato vietato qualsiasi intervento di manutenzione se non preventivamente autorizzato dalla Sovrintendenza e dalle sue finestre da mesi vede accrescere senza alcun controllo (quantomeno sanitario) un campo Rom abusivo.

Il terzo.
Ho un appuntamento a Piazza Vittorio. Entro nei giardini per passare al di là della piazza. Ovunque persone (extracomunitari in questo caso, ma se fossero stati turisti sarebbe stato lo stesso) sdraiate sulla poca erba rimasta con bottiglie di birra e altre bottiglie vuote sparse ovunque. Nessuno che controlli. Nessuna manutenzione alle aiuole. Degrado completo. Andate a Londra, Parigi, o Madrid a vedere com?è tenuto il verde pubblico, il decoro della città. Roma, capitale europea?

Che risposta ha dato il centrosinistra e l?amministrazione capitolina a questi problemi ?

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Ma ormai la sconfitta è arrivata e pesante. Da cittadini non ci resta che sperare che questi problemi saranno risolti. Come li risolverà la destra?
Viviamo, come prima ho scritto, in una società televisiva, siamo tutti parte della specie dell?Homo Televisivus. In questo particolare tipo di società, per questa particolare specie umana, di cui tutti facciamo parte, i problemi esistono se se ne parla. Non esistono quando la televisione finisce di parlarne. Pensiamo al morbo della mucca pazza. E così l?influenza dei polli. Se ne è forse trovato il vaccino? No, semplicemente non se ne parla più. Qualche settimana fa c?era l?emergenza sicurezza sul lavoro. Non ci sono più morti sul lavoro? Eppure le statistiche dicono che ce ne sono 2 al giorno. E così via fino a prima delle elezioni con l?immondizia a Napoli, l?impossibilità di arrivare a fine mese, gli stupri. Dopo il tragico fatto di Verona adesso si aprirà il filone della violenza giovanile e del bullismo.
Come allora la destra risolverà questi problemi? Semplicemente non parlandone più attraverso il controllo di reti televisive imbavagliate.
Tra le più gravi inadempienze del governo Prodi c?è proprio il mancato riassetto delle reti televisive. Chi è causa del suo mal?.