ROMA – ?Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, ed io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c?era rimasto nessuno a protestare?. È una frase di Martin Niemöller, teologo tedesco e pastore luterano, quella che apre l?incontro di discussione sull?attuale indirizzo del governo in tema di immigrazione e sicurezza presso la sede della Fondazione Astalli oggi a Roma. A richiamare l?attenzione sulle attuali scelte e sulla mancanza di programmi d?integrazione efficaci, la Fondazione Astalli, Praxis scuola di politica e territorio, InterSos e i consiglieri aggiunti del comune di Roma.

In via del Collegio romano hanno le idee chiare. Il problema delle impronte è solo la punta dell?iceberg e il messaggio che parte dai sotterranei della Scaletta è forte. ?Abbiamo voluto mandare questo messaggio ? spiega Amedeo Piva – perché riteniamo che in questo momento il problema dei nomadi e dell?immigrazione non solo sia solo un problema dei politici, ma anche di cittadinanza. Il problema è la superficialità con cui si affronta la questione, la superficialità della politica e l?indifferenza della cittadinanza. Per quanto riguarda le impronte, poi, anche in questo caso la questione si affronta dalla coda: il problema dell?integrazione in un paese è un obbligo e gli strumenti per costringere a questi obblighi di integrazione vanno adottati?. Per Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, parlare di immigrati come problema è segno di una mancanza di volontà politica di occuparsene realmente. La voce dei cittadini, però, non può non farsi sentire di fronte ad una situazione ormai insostenibile. ?Occorre recuperare la capacità di indignarci – afferma Giovanni La Manna -. L?indifferenza oggi rende normale vedere le persone aggrappate alle tonnare o leggere che la direttiva europea che da una parte dichiara l?intenzione di tutelare i minori, allo stesso tempo prevedono l?espulsione degli stessi in paesi dove non è previsto né il tutore, né eventualmente la famiglia. Leggere queste cose e rimanere tranquilli vuol dire che qualcosa non funziona?. Ci troviamo di fronte ad una battaglia culturale alla quale non possiamo sottrarci, continua La Manna, e oltre che recuperare la capacità d?indignarsi bisogna tornare a credere e aver fiducia nel diritto.

Un?integrazione molto ?parlata? e poco realizzata dal mondo delle istituzioni, è invece il parere di Nino Sergi, Segretario Generale dell’organizzazione umanitaria internazionale InterSOS, secondo cui più di vent?anni fa si dicevano le stesse cose di oggi in tema di integrazione, senza aver ottenuto risultati apprezzabili. Anche Nino Sergi chiede che si recuperi la capacità di indignarsi ed è duro verso la questione delle impronte. ?Quello che mi preoccupa ? spiega il segretario di InterSos – è il fatto che il governo abbia abbinato le impronte ai rom?. Si poteva ottenere lo stesso effetto, spiega Sergi chiedendo le impronte ad ogni cittadino, residente o soggiornante, che non abbia un certificato di identità e riconoscimento senza. ?Certe cose ? continua – fanno passare un messaggio contro il quale noi dobbiamo batterci. Siamo contro il fatto che si abbini la questione delle impronte ad una particolare etnia e che possono provocare a lungo andare dei sentimenti ?anti? ?.

La mancanza di un modello italiano per l?integrazione è invece sottolineata dai consiglieri aggiunti al comune di Roma che hanno richiamato l?attenzione sui problemi che gli stranieri si trovano ad affrontare una volta giunti nel nostro paese, ai diritti calpestati e alle opportunità mancate di integrazione. ?La situazione attuale ? spiega Madisson Bladimir Godoy Sanchez, consigliere aggiunto – è il risultato di una mancanza strutturale in quanto non c?è un modello italiano di integrazione. Il risultato è purtroppo questo. Che sia governo di destra o di sinistra, ognuno fa le cose alla propria maniera, qualche volta senza una logica, altre volte calpestando anche i diritti delle persone?. Tra le proposte dei consiglieri quella di una manifestazione congiunta tra immigrati e italiani per sensibilizzare tutti i cittadini contro l?indifferenza verso la tematica, ma soprattutto la richiesta di un tavolo di lavoro per sviluppare un modello d?integrazione con la partecipazione degli immigrati.

(Giovanni Augello)