In scena al Senato, dove governo e maggioranza si preparano, con le ultime modifiche, alla battaglia della prossima settimana per approvare il ddl sicurezza, ormai un testo monstre di 55 articoli che ingloba stretta sulla mafia (41 bis e sequestri) e durissime misure contro gli stranieri a partire dal reato di clandestinità. Il Carroccio sfrutta ogni passaggio per rendere vieppiù aspri i divieti. Ecco le ultime integrazioni.
Blocco dei decreti flussi per due anni e nascita d’ una commissione che rilegga le migrazioni con una stringente analisi costi/benefici.
Permesso a punti recepito anche dal governo (Mantovano-Caliendo) con accordo di integrazione a firma obbligatoria pure per chi è in Italia.
Non basta, perché il leghista Mazzatorta, con un ordine del giorno, chiede che l’ immigrato dimostri di conoscere lingua e nozioni d’ ordinamento giuridico. A ciò si aggiunge l’ insistenza sulle ronde, che il Pd con Casson, cerca di dichiarare incostituzionali e rischiose soprattutto nei paesi ad alta criminalità (ma la pregiudiziale viene respinta), e sui clochard. L’ ultima infornata di aggiunte della pattuglia leghista è di ieri mattina. Rigorosamente firmate dal capogruppo Bricolo seguito da Mauro, Bodega, Mazzatorta, Vallardi. Un paio di eccezioni: l’ emendamento anti-flussi raccoglie la sottoscrizione dell’ intero drappello bossiano, mentre il “lodo Lampedusa” viene siglato anche dalla senatrice Angela Maraventano, evidentemente nella veste di vice sindaco dell’ isola. Prevede un bonus da due milioni di euro per i centri che hanno subito più di altri l’ ondata migratoria.
I ministri ombra del Pd Tenaglia e Minniti (Giustizia e Interni) dichiarano “guerra” a norme «irrazionali e odiose», per molte Casson annuncia la richiesta del voto segreto nella speranza di dividere la maggioranza. Ma i leghisti non demordono: ripropongono, nonostante gli alleati l’ abbiano già respinta, la norma che obbliga i medici a denunciare un clandestino che richiede assistenza; pretendono che gli stessi immigrati paghino per le cure sanitarie.
Ostacolano l’ accesso degli stranieri alle case popolari e pretendono che per concorrere si debba essere residenti in Italia da dieci anni o almeno da cinque nella stessa regione. Stringono ulteriormente sui ricongiungimenti familiari e pretendono che il matrimonio avvenuto all’ estero rispetti le regole italiane. Vietano assolutamente il burka e comunque l’ uso di qualsiasi abito che celi l’ identità.
La scure leghista si abbatte sui senza fissa dimora. Accanto al registro dei clochard c’ è l’ obbligo di fornire un domicilio. Inutilmente l’ ex pm di Venezia Casson lancia uno warning sulle ronde («Al Sud enti locali magari commissariati per mafia potrebbero legalizzare bande malavitose»). Inascoltato, in aula, l’ ex procuratore D’ Ambrosio: «Arrestando una zingarella che chiede l’ elemosina o fruga nella spazzatura spingerete tutti a diventare delinquenti». Lega e Pdl vanno avanti. Non ascoltano neppure i funzionari di polizia che sugli spray urticanti gridano: «Fermatevi, li useranno contro di noi».
Norme blocca-immigrati, in versione Lega.