Alessandro Radicchi spiega la realtà dell’help center attivo alla Stazione Termini di Roma: 115 mila interventi in sei anni, 11 mila persone censite, per un pasto bastano 50 centesimi. Ma i costi aumentano e i tagli sono evidenti.
‘Fate entrare alla buvette del Senato anche i barboni di Roma: fino ad 1,80 euro per un pranzo, infatti, possono arrivarci anche loro? . A chiedere ai senatori di permettere ai senza dimora l?accesso al servizio di ristorazione di Palazzo Madama è Alessandro Radicchi, il responsabile dell?help center attivo da anni alla Stazione Termini. Nel corso di un seminario internazionale sul problema dell?esclusione abitativa, l?esponente dell?Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane (Onds) è ritornato sulla polemica seguita al ribasso dei prezzi del servizio bar interno al Senato per lanciare una provocazione: ?Siamo molto contenti che i parlamentari possano godere di prezzi così bassi ed è per questo che riteniamo che lo stesso trattamento possa essere riservato anche a chi fa un po? più di difficoltà ad arrivare alla fine del mese: chiediamo dunque alla presidenza del Senato di consentire ad una cinquantina dei nostri senza fissa dimora di poter andare alla buvette per consumare un pasto. Ovviamente pagandolo, perché a quei prezzi ce la fanno anche loro?.
“E’ certamente una provocazione, anche se un gesto di questo genere da parte del Senato ma sarebbe certamente eloquente e significativo: quello che intendiamo sottolineare è la difficoltà nella quale ci troviamo? . Così Alessandro Radicchi (Onds) spiega il contesto in cui matura la sua provocazione di consentire l”accesso al Senato ad una cinquantina di senza fissa dimora per un pranzo ai ?prezzi politici? della buvette di Palazzo Madama. Prezzi talmente fuori mercato che ?se li possono permettere anche loro?. I parlamentari – spiega l?esponente dell?Osservatorio nazionale sul disagio e la solidarietà nelle stazioni italiane, una delle realtà della Fio.psd (Federazione italiana organismi per le persone senza dimora) – in verità spendono anche più di quanto facciamo noi, perché ai nostri ospiti per mangiare bastano 50 centesimi di euro? .
Come noto, un primo a palazzo Madama costa 1,80 euro, un secondo a base di carne è servito a 2,50 euro, il caffè costa 0,50 euro: prezzi abbondantemente sotto la media che la scorsa settimana erano stati ulteriormente ribassati per decisione dell?ente gestore dei servizi di ristorazione, prima che il presidente Schifani ? viste le polemiche ? decidesse di ripristinarli. Tuttavia, prosegue Radicchi, ‘non possono competere con il nostro Centro per persone senza dimora della stazione di Roma Termini. Lì ogni giovedì abbiamo quello che noi chiamiamo il laboratorio di cucina di strada dove a turno ad uno dei 30 ospiti, o soci del club come qualcuno di loro lo chiama, diventano cuochi per un giorno e con un budget non superiore a 15 euro devono: scegliere cosa cucinare, andare al mercato di Piazza Vittorio a comprare gli ingredienti e quindi preparare il pranzo per gli altri 29 ospiti del centro!!!? Al ‘Binario 95?, dunque, il pasto costa 0.50 centesimi a persona. ?Abbiamo pensato di dare ai nostri parlamentari un?opportunità ancora migliore della buvette! ? spiega Radicchi – Li invitiamo tutti a venire a pranzo al centro diurno di Roma Termini! Ovviamente ci aspettiamo che loro ricambino l?invito?.
L?help center attivo a Roma Termini è infatti collegato ad un laboratorio diurno di cucina nel quale a turno una persona senza fissa dimora è incaricata di cucinare per sé e altri trenta ospiti: ?Gli vengono dati 15 euro – spiega Radicchi – con i quali fare la spesa e poi cucinare: 15 euro per trenta persone significa che ogni pasto ci costa appunto 0,50 euro?. ?E fino a poco tempo fa, prima dell?aumento dei prezzi ? precisa – la somma era di 10, non di 15 euro?. Se insomma ? fa capire Radicchi ? le associazioni che si occupano di senza fissa dimora potessero contare su risorse maggiori, le attività a favore degli homeless potrebbero essere molto più incisive e rispondere in maniera seria ai problemi. Se si potesse contare ? spiega ? non su 50 centesimi a persona ma ad esempio su 1,80 euro (giusto il costo di un piatto di pasta al ragù alla buvette), i benefici dei maggiori entroiti sarebbero immediati, anche e soprattutto sul versante della conoscenza e dell?accompagnamento di queste persone multi-problematiche.
Il progetto dell?help center, finanziato anche da Fondazione Vodafone Italia e Enel Cuore, dal 2003 ad oggi ha visto effettuati 115 mila interventi, prendendo in carico 11 mila persone che hanno acconsentito ? del tutto volontariamente ? ad essere registrati con le proprie generalità. ?La presa in carico che facciamo noi ? spiega ancora Radicchi ? non è una schedatura, ma una costante e lenta acquisizione di fiducia: ci sono persone che non si avvicinano ai nostri servizi anche per cinque, otto anni, prima di concederci la loro fiducia. E ? precisa ? non si tratta solamente di immigrati, ma sempre più anche di italiani, persone che perdono famiglia o casa o lavoro e , non potendo accedere alla buvette del Senato, sono costrette a vivere in strada ?. Quanto ai numeri, una ricerca della Fondazione Zancan (anno 2002) stima i senza fissa dimora in 17 mila persone: ?La nostra esperienza limitata alla Stazione Termini ? conclude Radicchi – ci dice che negli ultimi cinque anni il dato è in continua crescita? .
La provocazione è stata immediatamente ripresa e appoggiata dalla Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (Fio.psd), organismo del quale l?Onds fa parte. Il presidente Paolo Pezzana sottolinea la gravità della situazione attraversata dagli organismi che si occupano dei senza fissa dimora a causa ?dell?aumento dei costi di gestione e dei tagli degli enti pubblici? e la necessità di dare risposte serie per migliorare la qualità di vita di questi cittadini: ?Non si deve scadere nel populismo né in una facile retorica, ma ben vengano queste provocazioni se possono tenere alta l?attenzione su un problema che va affrontato nelle sedi competenti sotto tutti gli aspetti? .