È arrivato il momento di dare sostanza a quell?avanguardia europea di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni. Un gruppo di Stati determinati a non lasciarsi frenare dalle esitazioni di singoli paesi può lanciare nuove iniziative e colmare il fossato fra istituzioni e cittadini. Per affrontare la grave crisi economica di oggi – sottolinea in questa conversazione con AffarInternazionali il Presidente Carlo Azeglio Ciampi – è urgente eliminare l’asimmetria tra una politica monetaria comune, esercitata da una istituzione federale come la Banca centrale europea, e una politica economica che soffre sempre di più di scarso coordinamento.
Presidente, lei ha assistito a diversi momenti di crisi del processo di costruzione europea. Pensa che l?Unione possa superare le secche in cui è arenata oggi?
L?evoluzione verso posizioni unitarie è un processo in continua evoluzione, attraverso il quale gli Stati membri identificano l?esistenza di interessi comuni, ne verificano l?applicabilità, ne decidono l?esecuzione attraverso l?adozione di politiche e regole comuni. L?Unione europea è sempre progredita attraverso fasi alterne di accelerazione e di decelerazione. In questo momento, l?Unione europea sembra essersi fermata: non soltanto per le difficoltà incontrate dal processo di ratifica del Trattato di Lisbona; ma anche per la frammentazione del processo decisionale, per la mancanza di visione strategica, per l?incapacità di dare compiutezza al concetto di interesse europeo e di definire i compiti che è chiamata a svolgere. Eppure, in nessun?altra epoca storica gli Stati europei sono stati messi, come in questi anni, di fronte alla limitatezza, uti singuli , dei loro mezzi ed alla prospettiva della loro insufficienza: la pace, la sicurezza, il benessere, la solidarietà, la qualità della vita possono essere difesi solo in una prospettiva europea.
È d?accordo con quanti sostengono che la crisi finanziaria possa anche costituire ?un?opportunità? per l?Europa?
La crisi finanziaria ci ha fatto prendere atto dell?enorme vantaggio per l?Europa di disporre di una moneta unica e di una politica monetaria capaci di fronteggiare gli shocks, interni ed esterni. I 16 governi dell?area Euro si sono accordati, con logica sopranazionale, sulle politiche da mettere in atto per ricapitalizzare il sistema bancario, per garantire i finanziamenti a medio termine e per rimuovere i titoli tossici dai bilanci bancari, decisioni che sono diventate punto di riferimento per il G-20. La Bce è intervenuta tempestivamente ed incisivamente. Non è un caso che i paesi che non hanno ancora adottato la moneta unica abbiano riconsiderato i vantaggi dell?euro, emersi evidenti nella fase più acuta della crisi finanziaria. Alcuni hanno già chiesto di entrare. La moneta comune e la Bce non bastano però da sole a difendere il mercato interno e ad assicurare le condizioni necessarie per la crescita economica. Occorre che l?Europa si dia un governo dell?economia capace di promuovere la crescita del reddito, una sua più equa ripartizione e migliori opportunità di occupazione. Questo è un punto sul quale insisto da sempre: è urgente eliminare l’asimmetria, la “zoppia” come l’ho definita, tra una politica monetaria comune, esercitata da una istituzione federale e una politica economica che soffre di scarso coordinamento.
In Italia, purtroppo, il dibattito in vista delle elezioni del Parlamento di Strasburgo è solo superficialmente orientato sulle priorità europee. Quali dovrebbero essere, a suo avviso, le priorità strategiche dell?Ue nei prossimi anni?
L?evoluzione delle varie componenti della società europea sarà sempre più dominata da problemi da risolvere insieme. Solo un?Unione europea capace di un?azione incisiva può fornire risposte adeguate. Per individuarle occorrono passione civile, idealità, capacità di guardare lontano. Occorre poter operare disponendo di un efficiente ordinamento delle istituzioni. È prioritario per questo che il Trattato di Lisbona entri in vigore, perché esso contiene disposizioni essenziali al funzionamento e alla governabilità delle istituzioni; è la base per perseguire un autentico progetto europeo, così come è stato costruito negli ultimi 50 anni. Insieme con il perseguimento dell’obiettivo di riforma istituzionale, rimane necessario operare per il rafforzamento della coesione europea intorno a politiche efficaci e visibili: il mercato interno; una politica energetica comune; lo spazio di libertà e di giustizia; la politica estera e di sicurezza.
Il nuovo Presidente americano, Barack Obama, sembra voler aprire una nuova stagione di cooperazione transatlantica. Ne potrà beneficiare il ruolo internazionale dell?Ue?
I segnali che provengono dalla nuova Amministrazione americana danno fiducia sulla possibilità di restituire centralità al rapporto transatlantico attraverso una rinnovata collaborazione con l?Europa. Nell?attuale difficile contesto continentale e mondiale, l?Unione europea si pone come esempio di riconciliazione e di superamento degli egoismi, un tutt?uno con democrazia e diritto; è chiamata a dare un suo contributo di stabilità e di serenità attraverso politiche che consentano di compiere passi avanti nella risoluzione delle crisi, nello scioglimento dei nodi di un?economia globalizzata.
Carlo Azeglio Ciampi è Senatore a vita e Presidente onorario dello Iai.
Raffaello Matarazzo e’ ricercatore dello Iai e caporedattore di AffarInternazionali.