Nel frattempo nel deserto del Wadi Rum, nel caldo sud della Giordania Lawrence beveva tè bollente alla menta in compagnia di una capra, un dromedario e migliaia di persone connesse in rete con lui da tutti i luoghi del mondo.
Erano gli esuli italiani, quegli italiani che perché perseguitati o perché incapaci di andare al di là delle facili etichettature di chi era a loro vicino avevano perso l’amore per il proprio paese. Come monaci erranti vagavano ormai nei luoghi più remoti del pianeta vaneggiando di ambiente, informazione, altraeconomia e di tutte quelle banalità così fastidiose che avevano avuto come unico merito di accumunare le tante italie in un grande voto referendario plebiscitario per la loro abrogazione dai nuovi vocabolari della lingua.
Lawrence nel deserto meditava… forse l’attacco era stato troppo frontale?
Forse dovevano agire di sorpresa come fece in quelle terre il suo più celebre bis bis bis nonno Lawrence d’Arabia?
O forse era meglio rassegnarsi e chiedere aiuto a qualcuno più in alto come aveva fatto un più celebre calpestatore di quei deserti? No! Questa seconda ipotesi non riusciva proprio ad andargli a genio; non voleva rischiare di morire sulla vetta del Monte Bianco ammirando da lontano un’italia finalmente unita, se non nella terra, se non nella lingua, ma negli italiani!
No, non voleva rischiare che la cima alpina diventasse infine il suo Monte Nebo.
Nel deserto il suo bis bis bis nonno aveva trovato la forza e le risorse per prendere Aqaba; nel deserto dell’etica degli italici, da tempo ormai non più italiani, si doveva trovare la forza di sovvertire l’ordine delle cose. Partire dal basso, dalla costruzione di reti, dal colpire gli interessi a prima vista secondari; quella forse era la via per risvegliare gli italici e far sì che il potere dominante tornasse finalmente da dove era venuto: dalle pagine di Novella 2000.
L’estate del 2024 era calda…
…ma almeno lì era secca.