ROMA – Amos Luzzatto, già storico presidente dell´Unione delle Comunità Ebraiche, ha una sua idea di come bisognerebbe affrontare «il fenomeno della religione». E non è quella di introdurre l´ora del Corano a scuola, suggerita da Adolfo Urso, in sintonia con Gianfranco Fini. «Ho delle grosse riserve su questa proposta – dice Luzzatto – anche se non sottovaluto l´importanza di affrontare un tema così delicato per la prima volta. Ma se ai cattolici facciamo leggere il Vangelo, ai musulmani il Corano e agli ebrei la Torah, ognuno nel suo orticello didattico, l´integrazione va a farsi friggere».
Insomma: buone le intenzioni, però la strada è un´altra. Forse lei pensa ad un insegnamento come “Storia delle religioni”?
«Nemmeno. A suo modo, sarebbe ancora riduttivo. Più di un milione di musulmani vivono in Italia e altri ne arriveranno. Non può esserci vera integrazione senza reciproca conoscenza. Penso che a scuola bisognerebbe affrontare il problema del fenomeno religioso nel suo complesso, storia, filosofia, costumi sociali. Bisognerebbe cercare di capire perché le diverse forme di religiosità coinvolgono tanta parte di umanità, e sono anche alla base di divisioni violente. Occorre chiedersi che cos´è la religione, perché e come si diffonde, quali sono le religioni più conosciute, quali quelle storicamente a noi più vicine. L´Islam lo devono studiare anche il bambino ebreo e quello cattolico. Ognuno deve poter aprire il Libro dell´altro. Questa è la vera integrazione, che è anche l´unica che ci consente di preservare la nostra società da nuovi tipi di violenza».
Obiettivo alto.
«Il più alto possibile. La gente deve imparare a stare insieme, a mescolarsi, deve accettare che, a fianco del suo modo di essere e di credere, c´è un altro modo di essere e di credere. E la scuola deve fare la sua parte, dovremo formare docenti in grado di affrontare il tema dell´interculturalità. E´ un lavoro di lungo respiro, non mi illudo di riuscire a vederlo io. Dico solo questo: attenzione, non basta concedere il minareto o il muezzin e pensare con ciò di aver assolto al nostro dovere di progressisti. Discutendo dell´ora di Corano, abbiamo fatto un passo avanti in direzione della tolleranza ma io sto parlando un´altra cosa, di integrazione».
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni non è pregiudizialmente contrario alla proposta di Urso.
«Di Segni ha detto cose importanti, ricordando anche che, a differenza dei cattolici, noi ebrei ci paghiamo da soli l´insegnamento dell´ebraismo nelle scuole pubbliche. Mi chiedo chi pagherebbe l´ora di Corano? Se la pagano loro? Ognuno il suo orto? Ecco: questo non va bene e oltretutto non serve. Che senso ha raccontare al musulmano quello che lui sa già? Si creerebbe un puzzle, tante pezze separate, l´abito di Arlecchino. E´ davvero questo che vogliamo? Tanti ghetti culturali con diritto di autonomia interna?».
Per ora è una discussione parecchio accademica. La gran parte del centrodestra boccia senza appello l´Islam a scuola.
«Questo dà l´idea di quanto sia arretrato il dibattito in Italia».
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