?La politica è malata? aveva scritto Padre Bartolomeo Sorge su Aggiornamenti Sociali. E da lì siamo partiti nel 2002, iniziando Praxis ? scuola di politica e territorio.
Simbolicamente proprio nell?antica farmacia (si parlava di malati!)dei Gesuiti, a piazza San Ignazio, padre Sorge teneva la prima prolusione alla nostra scuola con una analisi sul malessere politico: ?La ragione vera è che la politica è malata: ha perso non solo ispirazione ideale, ma anche partecipazione e rappresentatività?.
Da lì siamo partiti tentando di creare rete e cultura politica.
Il nostro apporto lo abbiamo dato, con entusiasmo. E continuiamo ad impegnarci.
Penso alla rete degli immigrati che si è formata, alla loro grande partecipazione ai percorsi formativi di amministrazione pubblica e ai seminari di politica. Fino alla costituzione del numeroso circolo No Borders.
Ma penso anche alle altre attività di formazione politica che abbiamo realizzato. In alcuni casi abbiamo anche azzardato, come quando abbiamo organizzato, con gli amici di Anastasis, il viaggio in Italia del ex presidente iraniano Katami per favorire un suo dialogo con il papa ed altri ambiti culturali e politici. E poi la mostra di giovani artisti iraniani per la pace.
Però, di fronte ad una politica gravemente ammalata, ci siamo accorti che i nostri interventi erano delle semplici aspirine.
Ed allora ci siamo impegnati nel faticoso percorso dei voti e dei candidati. Con grande generosità e cioè non affrontando le battaglie solo quando c?era la possibilità di vincere. Ma dando sempre un contributo non mercanteggiato. In gergo si dice: facendo i donatori di sangue.
E ne siamo orgogliosi.
Peccato che a volte si aggirino i vampiri. La colpa è la nostra ingenuità: si sa che il vampiro vive di sangue altrui.
In una recente intervista al Corriere della sera Enrico Letta, con chiarezza e con il coraggio di non essere demagogico, richiamava l?attenzione che non si riconquisterà la guida del paese con ?scorciatoie?. ? Non basta l’uscita di scena di Berlusconi per riportare il Pd al governo. Bisogna invece sciogliere i nodi del centrosinistra, superare le nostre contraddizioni, seminare e poi vincere culturalmente, ancor prima che elettoralmente, prendendo atto che la nostra sconfitta è stata soprattutto culturale».
Questa è la strada vorremmo percorrere con il PD.
Il senatore D?Ubaldo mi scrive una lettera aperta dove mi dice che per sopravvivere nel PD ha dovuto baciare il rospo (sembra intendesse Bersani).
E commenta: ?Caro Amedeo. Anche tu l?hai fatto! E temo che tu l?abbia fatto anche sapendo che neppure il tuo bacio può trasformare in principe qualche rospo che ti fa da guida!?
Che posso dire:vi posso assicurare che non sono una ingenua verginella vogliosa di baciare un rospo per entrare nel palazzo. E posso ricuorarmi, dopo tanto veleno, con l?affettuoso commiato del sen. D?Ubaldo che conclude: ?Con rinnovata e immutata amicizia?.
Forse è così che ci si rapporta in politica. O forse è un altro sintomo che ?la politica è malata?.