Un partito radicato sul territorio. Cioè? Modello Lega?. Questa è la domanda spiazzante, quasi provocatoria- con cui Amedeo Piva ha aperto ieri lincontro in preparazione del seminario che Praxis e lassociazione Trecento Sessanta stanno organizzando a Fiuggi per il secondo weekend di luglio, Ripensare mete e percorsi.
A discutere del tema, due ospiti estremamente vicini, per esperienze e formazione, alle istanze espresse dal territorio: il senatore Ugo Sposetti, definito appunto da Piva uomo del territorio e Stefano Fassina, responsabile del settore Economia e Lavoro del PD.
Il modello apparentemente di successo espresso dalla Lega si basa su un mix di astuzia comunicativa e capacità di intercettare le paure e le insicurezze dellelettorato. La Lega vince perché sa sposare alcuni temi elementari così ha esordito Piva- come la frattura storica tra Nord e Sud, il risentimento verso Roma, identificata come centro di un potere iniquo e oppressivo, lavversione per il sistema fiscale (basta tasse!) e la diffidenza nei confronti del fenomeno immigrazione tout court .
Ma lo scenario di profonda crisi cui non la sola Italia sta assistendo in questi anni ha radicalmente cambiato le coordinate di riferimento. Se ne sono accorti anche i politici padani, sempre più spesso impegnati a scagliare strali contro i migranti non più in difesa della propria sicurezza, ma mossi dal timore della concorrenza che questi cittadini, arrivati nel nostro Paese in cerca di una vita possibile e disposti a lavorare duramente, potrebbero rappresentare .
La Lega offre una risposta ideologica oltre che politico-programmatica a una fase molto complicata ha esordito Fassina. La globalizzazione ha generato spaesamento, oltre che forti cambiamenti economico-sociali. La reazione di chiusura identitaria etnico-territoriale è quasi istintiva. E il problema non è solo italiano, come testimonia il recente risultato delle ultime elezioni politiche in Belgio.
Dal 1992 in Italia i redditi da lavoro sono fermi ha proseguito Fassina. Dato cui si aggiunge la forte presenza al Nord di immigrati occupati tra le fasce di lavoratori che percepiscono i redditi più bassi (dati Bankitalia 2006). In un contesto simile quindi, privo di crescita (e la manovra del Governo , attualmente in discussione, non è in questo senso risolutiva perché oltre a essere iniqua non pone di certo le basi per prospettive di sviluppo ), è quasi inevitabile che proliferino istanze corporative. Che la Lega sa intercettare.
Davvero può essere questo il modello di partito cui vogliamo fare riferimento?
Abbiamo bisogno di pochi punti saldi: un progetto politico forte, la diffusione capillare in ambito territoriale (un circolo in ogni comune), una comunicazione chiara e comprensibile e risorse adeguate . Questa è lindicazione di rotta segnata da Sposetti.
Per contrastare la lontananza dal territorio non serve trincerarsi dietro una sterile difesa del proprio status quo (un arroccamento senza prospettive in nome di presunti diritti acquisiti, che porterebbe, come ha rilevato recentemente Giuseppe De Rita, a un inevitabile processo di rattrappimento baltico).
Serve uno sforzo che parta dal piano terra e sia in grado di riagganciare alla politica le forze vitali del Paese (troppo spesso impossibilitate a esprimersi). Per ricreare, in un mondo inevitabilmente in evoluzione, una rete sociale.
Questo vuol dire essere sul territorio: ragionare per obiettivi pratici, farsi carico delle difficoltà, delle aspirazioni delle persone (non di un elettorato indistinto e quindi amorfo, ma di facce, storie, nomi precisi). Il partito è anzitutto una grande forza culturale ha chiuso Fassina . È un progetto che richiede contenuti, un orizzonte di aspettative coerente, ragionato, non episodico. In grado di entrare, in modo virale, in connessione con menti e cuori.