L’Italia non ha bisogno di un leader.

Basta illusioni, stop ai predicatori, fermiamo i profeti!

Ritorniamo alla normalità
. In questi ultimi anni ci siamo lasciati travolgere da una modalità di fare politica che ci sta portando, a forza di “alti gridi” e proclami, nel baratro. Grandi comunicazioni, elaborati sogni, poetiche illusioni ci hanno chiuso gli occhi e rattrappito il dinamismo del darsi da fare, della quotidianità.

Mi riferisco a Berlusconi che dal predellino dell’auto in piazza San Babila lancia il partito unico e messianico (“siamo alle comiche finali”, commentò già allora Fini) a Veltroni che dal Lingotto mette insieme tutti gli italiani (ma anche Calearo), a Vendola che dalla fabbrica di Niki lancia nebulose proclamazioni apparentemente emozionali ed ispirate, a Renzi che con uno sbadiglio vuol rinnovare la politica, a Grillo che…

E tutti a cercare un proprio leader che sia più bravo degli altri nel trascinare i cittadini inerti.

Felice Celato spera in un nuovo Mosè. Magari!

Io penso invece che all’Italia di oggi non serva attendere un leader ma semplicemente nominare un “amministratore delegato” che, con i piedi per terra, riporti il Paese alla normalità. Faccia rispettare la costituzione esistente, faccia applicare le leggi senza cambiarle seguendo interessi individuali…

E allora io vi assicuro che a me basta un Pierluigi Bersani (che non si atteggia a trascinatore delle folle ma ha un brillante curriculum di amministratore e almeno quattro idee chiare) affiancato da un Enrico Letta (che sa proporre intelligentemente piuttosto che contestare). Due persone normali. Non due profeti, ma due amministratori delegati. Vi sembra poco?


I NOSTRI INCONTRI:

Mercoledì 20 ottobre riprenderemo gli incontri di PRAXIS con una conversazione con Enrico Letta e Fausto Bertinotti.

(Via del Collegio Romano 1, ore 18,30).

SEGNALIAMO:

Nel nostro sito (www.amiciperlacitta.it)…

Rom, Pilato, Mosè ed Ulisse di Felice Celato

“È una guida, insomma, il leader, come suggerisce la parola inglese, o un portavoce, una specie di megafono delle pulsioni più automatiche e assai spesso irriflessive del popolo?
Mi rendo conto che una risposta di tipo digitale è difficile ed imbarazzante (e i precedenti storici non aiutano); il nostro sentimento “democratico” ci porta inevitabilmente verso il modello Pilato, autentico leader democratico a tutti i costi.”

Sotto a chi tocca per il rilancio del mezzogiorno di Silvia Lanzano

Dal Sud Camp 2010, a Paestum, con l’Associazione TrecentoSessanta, riflessioni e proposte per far ripartire l’Italia. Cominciando dal Sud.

“Negli ultimi 10 anni l’Italia è cresciuta la metà della media europea, e il problema non si limita alle sole regioni del Mezzogiorno ma anche al più produttivo Nord. Perché, come ha ricordato il presidente di TrecentoSessanta Enrico Letta, “se non cresciamo, dovremo discutere di come arretrare servizi e garanzie”.

Lo sceriffo non si smentisce di Aldo Fabio Venditto

Il corteggiamento infinito tra Berlusconi e Di Pietro.


“ La raffica verbosa di Tonino miete consensi; un sentore di populismo gravida l’aria, sorretto da enigmatici quanto ammiccanti «Capisci a me». E l’apogeo della politica del mal di pancia, perennemente in bilico tra lo Stato delle regole e la voglia di fracassare tutto e tutti”.


A presto.

Amedeo Piva