La proposta della scorsa newsletter di Amedeo (L’Italia non ha bisogno di un leader) di immaginare un amministratore delegato a capo del prossimo (si spera ormai imminente) governo ha suscitato vivaci appunti tra i lettori.

C’è chi teme che questa figura possa, “preoccupata del dividendo di cui rendere conto all’assemblea” non essere realmente in grado di prendere le decisioni, magari impopolari, di cui il Paese potrebbe avere bisogno nell’immediato.

Lo stesso amico ritiene che in questo momento dovremmo invece avere dei leader “indipendenti, amanti del Paese e capaci di farne il bene senza preoccuparsi troppo dei sondaggi, delle elezioni regionali, provinciali o comunali, e anche capace di far pensare il Paese alla propria verità”. Una figura non troppo lontana insomma, se volessimo riassumerla, da quella proposta da Felice Celato nel suo ultimo intervento pubblicato sulla Bussola (Rom, Pilato, Mosè ed Ulisse, 04/10/2010): un Ulisse incurante –ma non inconsapevole- delle tante sirene che lo minacciano con le loro illusorie blandizie e capace di condurre infine la nave in porto.
Mentre la richiesta di attenuare il clima da rissa permanente che dilaga in Italia, di un “ritorno alla normalità”, lanciata da Amedeo è condivisa anche da un’amica lettrice: un proposito difficilmente perseguibile però, se l’avversario è Berlusconi, un “concorrente che bara spudoratamente e neppure tenta di nasconderlo”. D’altra parte la necessità di trovare risposte ai tanti problemi che travagliano il Paese (vedi newsletter di questa settimana) è ineludibile, perché poi, continua la stessa lettrice, non ci si può non confrontare con “i conti che non tornano: i lavoratori sempre più depressi, lasciati ammuffire senza prospettive alcune di crescita o carriera, con stipendi – per carità meglio di tanti altri – ma dieci volte inferiori a quelli dei vari dirigenti (per non parlare del trattamento riservato alle donne, specie con figli…)”. Aggiungendo anche nel numero chi lo stipendio non lo ha più o non lo ha mai avuto.

C’è chi invoca il ritorno alla guida del Paese dei “galantuomini”, citando l’espressione riferita dal padre a proposito di Aldo Moro, e chi teme invece che l’Italia non abbia bisogno di un leader semplicemente perché non in grado di esprimerlo.

E intanto il dibattito continua