Siamo nel nuovo anno da ben dieci giorni e sulle sorti del Paese -dell’Europa, del mondo- continuano a inseguirsi analisi critiche (vedi intervento di Giuliano Amato sul Sole 24 Ore di ieri), immotivatamente ottimiste, cupe all’estremo. Prosegue il grottesco gioco del Risiko dei nostri parlamentari, giovedì prossimo si vota a Mirafiori, il 22 gennaio ci sarà il Lingotto bis.
Si parla sempre e tanto di crisi, smottamenti globali, di previsioni fosche.

Così ieri, domenica 9 gennaio, ho chiuso i giornali, spento il computer e ho deciso di andarmene a zonzo per la città, per godermi il sole quasi primaverile e il cielo azzurro di Roma.

Le strade quasi deserte, l’interminabile scalinata del Gianicolo a piedi e giù, tuffati nel cuore del Campo Marzio. Ma di lì in poi il sorriso spensierato e bambinesco che mostravo in viso si è piano piano rabbuiato.

Superata la piazza del Pantheon, ho iniziato a vedere strani assembramenti di gente assiepata davanti alle saracinesche di alcuni dei più esclusivi negozi di abbigliamento del Centro. I visi soddisfatti dei primi della fila, in coda verosimilmente dal primo mattino. Gli sguardi sospesi e torvi degli ultimi arrivati.

“Ma cche, regalano quarcosa?” ha commentato un anziano signore che, esterrefatto al pari di me, passava lì accanto.

No, non regalavano nulla. Stavamo solo assistendo a uno dei riti pagani più odiosi e inutili che l’Occidente moderno conosca. La processione per accaparrarsi il feticcio. L’attesa frenetica per aggiudicarsi il pezzo esclusivo. Ieri, 9 gennaio 2011, Battesimo del Signore, è stata la prima domenica di saldi a Roma.

E via, a comprare l’inutile spolverino con firma, i doposci pelosi da interno urbano che piacciono tanto. Ma la crisi? Parliamone.

Per l’appena trascorsa cena di San Silvestro, tantissimi romani non hanno voluto rinunciare ai piatti gourmand preparati da chef pluriblasonati quanto esosi. Un esempio? Per gustare i piatti di Heinz Beck al ristorante La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri dell’Hilton erano richiesti 1.200 euro. Naturalmente un tutto esaurito garantito. Nove portate con dolce a sorpresa, innaffiati di “bollicine” francesi (champagne, per noi fané). A seguire, fuochi d’artificio a volontà (Corsera Roma, 31/12/2010).

Contemporaneamente, a una manciata di chilometri dalla prestigiosa terrazza dell’Hilton, un altro Capodanno si stava svolgendo. Nella mensa della Caritas di via Marsala, dove 70 giovani volontari hanno festeggiato cenando e giocando a tombola con gli ospiti del dormitorio.

Queste sono le polarità del nuovo anno. Ha ragione da vendere Felice Celato. Siamo nel 2011: riarmiamoci, ma sul serio, la mente.