Il sindaco Alemanno tradisce ancora una volta la volontà dei cittadini e, a colpi di proposte e delibere, aumenta i metri cubi di cemento in città. Non certo a vantaggio dell’edilizia sociale.
Come? Il Comune versa ogni anno somme cospicue agli imprenditori per affittare, a prezzi da Centro Storico, residence in estrema periferia per ospitare famiglie che vivono situazioni di grave disagio. Ma programma, in quasi tre anni di governo, solo 140 alloggi da realizzare per far fronte all’emergenza abitativa.
E l’housing sociale? Può attendere. “Gli interventi previsti riguardano nuove aree a carattere residenziale di alto livello e di elevatissimo prezzo. Case da destinare al mercato di proprietà – ha dichiarato Amedeo Piva a margine dell’Assemblea Nazionale del PD alla Nuova Fiera di Roma – non certo alla portata della stragrande maggioranza delle famiglie, degli studenti fuorisede e dei cittadini stranieri che vivono nella nostra città”, ha concluso il vice segretario PD di Roma.
Una preoccupazione che nasce anche dalla lettura del dossier diffuso da Legambiente Lazio “Roma al Metro Cubo” che scorre, con un racconto dettagliato, i mille giorni di governo del Sindaco di Roma Capitale. Sottolineando come Alemanno abbia contribuito a disegnare, giorno dopo giorno nella gestione ordinaria, uno scenario in grado di stravolgere il paesaggio urbano.
L’Amministrazione capitolina è arrivata infatti a formulare 10 progetti che, se attuati, altererebbero radicalmente il programma di sviluppo urbano definito dall’ultimo Piano Regolatore. Portando i circa 63 milioni di metri cubi di cemento già preventivati dal Prg a circa 85 milioni. Con un aumento, nel dimensionamento delle cubature edificabili, del 27%. E con scarsissime assegnazioni di spazi destinati all’emergenza abitativa e al mercato dell’affitto.
Il tutto in spregio del piano regolatore, democraticamente approvato nel 2008.
Con grande soddisfazione però dei soliti grandi costruttori, i veri “re di Roma”. Un esempio per tutti: si pensa di abbattere l’insediamento pubblico di Tor Bella Monaca con i soldi dei costruttori, ma non si dice che verrà loro riconosciuto il diritto di ricostruire case di lusso per quasi il doppio delle cubature demolite.
Intanto l’agro romano rischia di essere divorato dal cemento. E l’housing sociale viene ridotto a mero pretesto di un gigantesco affare, in cui il diluvio di nuovi metri cubi finisce solo per distribuire prebende, rinsaldare legami di forza e dare ossigeno alle casse del Campidoglio.